Lo schiavo

Anonimo

La schiavitù ha origini antichissime, credo si possa dire nasca con l’uomo, da sempre desideroso di dominare sui suoi simili, detenere il potere di vita o di morte sui più deboli.

Oggigiorno le cose non sono poi cambiate di molto, esiste lo schiavismo post-moderno, forse ancor più cruento di allora. L’immagine dello schiavo usata dal dott. Aparo quindi appare del tutto appropriata e bene rappresenta il detenuto, o alcuni di essi, che annaspano per liberarsi da quelle catene. Altri lo restano per sempre.

Liberarsi da tale fardello non è per niente semplice, significa, a mio modesto parere, iniziare a liberarsi dagli atteggiamenti e pensieri da detenuto, dagli stereotipi che ci si è creati, dalle abitudini… Tutto ciò, rappresenta delle serie difficoltà da superare, la vera prigione di cui liberarsi: quella che ci siamo costruiti addosso. Ecco perché la definizione di “schiavo” è adeguata, così come possiamo credere al desiderio in ognuno di noi di rivoluzionare la propria vita, di migliorarla.

La rivoluzione parte da qui! Sono memore della mia personale esperienza, ove con grandi sacrifici, ero riuscito a liberarmi del mio passato, attuando queste semplici regole. Mi sono messo in gioco inventandomi un mestiere; ho progettato e messo in opera il mio primo locale e poi un altro ancora. Ho messo su famiglia, dei figli, una casa… frutto di un duro lavoro, non più di ricavati illeciti. Nessuno mai, me compreso, avrebbe potuto immaginare tale successo, perché di questo si trattava. Ero fiero di mostrare al mondo ciò che mi apparteneva e che mi ero guadagnato senza mediocri espedienti. E così sono riuscito a rivoluzionare la mia vita e di conseguenza quella di chi mi stava vicino.

Qualcuno dirà: “ma oggi sei ancora qui!” Purtroppo è vero, è accaduto qualcosa che non potevo prevedere: inciampare nel buio della depressione e giungere al declino, anche fisico, oltre a quello mentale, cercando rimedio nelle sostanze, nell’alcol e infine, nuovamente, nella più temuta e la più amata, la cocaina, ritrovandomi, un’altra volta, catapultato tra queste mura che con tanta fatica avevo dimenticato.

Che cosa voglio dimostrare con questo? Che l’inciampo evidentemente non è solo relegato all’illegalità ma riguarda a 360 gradi l’intera persona. Qualora sorgessero delle difficoltà, anche le più banali, bisognerebbe avere il coraggio di chiedere aiuto e non pensare di poter risolvere da soli e attendere ciò che facilmente diventa il principio della fine.

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Un commento su “Lo schiavo”

  1. Mi ha molto impressionato il tuo racconto..di vita. Credevo fosse immune da cadute chi è in grado per capacità o per ‘fortuna’ o disponibilità di mezzi economici, di realizzare qualcosa di buono nella vita. sono sempre stata d’accordo con chi sostiene che ‘la disperazione nasce dalla percezione di NON POTER FARE NULLA per migliorare la qualità della propria vita’. leggo che non è sempre così.
    Capisco sempre meglio che l’unica possibilità di uscire da situazioni devastanti (non solo economiche) è AVERE IL CORAGGIO DI CHIEDERE AIUTO, riconoscere la propria fragilità e lasciarsi aiutare. Per dirla in altre parole care al GrTr.. cercare sempre in ogni caso alleati. Nessuno si Salva da Solo.. c’è bisogno di sentire intorno presenze amiche e positive: solo così è possibile, forse, reagire e sostenere anche momenti devastanti.

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