Carla Chiappini

Carla Chiappini – Intervista sulla creatività

Carla Chiappini, laureata in lettere moderne e in giornalismo, docente della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, si impegna da più di vent’anni nella scrittura autobiografica, utilizzandola come strumento di aiuto nelle realtà carcerarie. Carla Chiappini è la coordinatrice di un gruppo di detenuti della sezione di alta sicurezza del carcere di Parma, con i quali lavora alla redazione di Ristretti Orizzonti”, il giornale nato all’interno della Casa di reclusione di Padova e diretto da Ornella Favero. L’incontro tra cittadini liberi e cittadini reclusi è alla base dell’umanizzazione della pena; per questo Ristretti Orizzonti lavora in favore dell’apertura delle carceri al mondo esterno e alimenta il dialogo tra queste due realtà. Va nella stessa direzione il suo lavoro su frammenti autobiografici dal carcere.

 

Ottavia: cos’è per lei la creatività?

Carla Chiappini: per me la creatività è un atto generativo; è mettere al mondo qualcosa che prima non c’era, anche solo un pensiero, un’intuizione, un progetto. È inventare, generare qualcosa di nuovo.

 

Alice: come si sviluppa la creatività? In quali condizioni?

Carla Chiappini: penso che la necessità di essere creativi sia qualcosa con cui si nasce; la creatività caratterizza alcuni individui, ma ha bisogno di stimoli per essere mantenuta viva, necessita curiosità. Non riesco ad immaginare un creativo che non sia curioso.

 

Ottavia: secondo lei, esiste un’immagine che possa ben rappresentare l’atto creativo?

Carla Chiappini: la prima immagine che mi viene in mente è una lampadina che si accende, ma essendo la creatività fatta di connessioni, penso che possa essere ben rappresentata dall’immagine di due mani che si uniscono.

 

Alice: quanto è importante il riconoscimento degli altri per un artista? Come può incidere sulle relazioni?

Carla Chiappini: io credo che l’atto creativo dia gioia e soddisfazione all’artista già di per sé. Se però l’arte diventa la propria fonte di sussistenza, è evidente che serva anche un riconoscimento, oltre che una critica costruttiva da parte degli altri.

 

Ottavia: chi sono i principali destinatari del prodotto creativo?

Carla Chiappini: è difficile definire quali siano i destinatari di un prodotto creativo; io direi tutti: la creatività arricchisce il mondo ed io, personalmente, amo l’arte che riesce ad arrivare a tutti. È chiaro, però, che ci sono diversi tipi di creazioni e che alcune di queste non comunicano con tutti.

 

Alice: La creatività ha o può avere una funzione sociale? Se sì, quale?

 Carla Chiappini: Sicuramente sì, credo che la creatività sia una delle forme più elevate della comunità. Secondo me, attraverso la creatività viene rappresentato il meglio di noi stessi. Un gesto creativo può essere anche un gesto d’aiuto, non concepisco la creatività come atto riservato agli artisti. Un atto creativo è rappresentato anche dalla domanda giusta al momento giusto, ben esemplificato da ciò che fa il Gruppo della Trasgressione. La creatività è qualcosa di interdisciplinare e che può apportare benefici a tutti.

 

 Ottavia: Parliamo dell’atto creativo nelle diverse età. Cos’è per il bambino, per l’adolescente, per la persona adulta?

 Carla Chiappini: Per quanto riguarda l’infanzia, io trovo molto creativa la mia nipotina di tre anni che fa parlare i suoi peluche, si vede che ha una grande fantasia e non tutti i bambini sono così. Inoltre, nei bambini piccoli, la fantasia permette di creare un mondo che non c’è. Per quanto riguarda gli adolescenti, mi sembra che la creatività venga maggiormente canalizzata, non si tratta più di creare un mondo ma di esprimersi all’interno di quel mondo. Per l’adulto, invece, la creatività è ritornare bambino, è conservare quello scatto, quella forza che il bambino possiede. Credo che la creatività sia anche molto prepotente: se c’è, bisogna lasciarla parlare con tutta la sua forza.

 

 Alice: La creatività è un dono naturale, privilegio di pochi, o si tratta di una competenza accessibile a tutti e che può essere allenata?

 Carla Chiappini: Secondo me è un bisogno che alcune persone sentono in maniera molto più forte di altri, non è uguale per tutti. Sicuramente la creatività può essere stimolata e incentivata, però conosco gente estremamente intelligente che non si sfida attraverso la creatività, non ne sente l’esigenza né il desiderio. In definitiva, non trovo sia un requisito comune a tutti come lo sono il camminare o il parlare.

 

 Ottavia: A scuola che ruolo e quali effetti potrebbero avere delle ore dedicate alla creatività?

 Carla Chiappini: La curiosità si connette molto bene con la creatività, un autore che mi piace molto diceva che la persona curiosa è migliore un po’ in tutto. Oggi mi accorgo, rispetto ai miei tempi, che la creatività si esprime moltissimo anche in cucina, cosa che a me non interessava minimamente. Invece, vedo i miei figli e i loro compagni che in cucina sono estremamente creativi.

A scuola la creatività dovrebbe essere una dimensione trasversale, le materie dovrebbero aprirsi a un approccio creativo. Purtroppo, invece, le materie umanistiche incanalano le persone in strutture morbose e noiose. La scuola dovrebbe trovare lo spazio per la creatività, ma non mancano i problemi perché, se gli insegnanti non hanno interesse o propensione per la creatività, è difficile che si faccia qualcosa in tal senso. La creatività è difficile da giudicare e da contenere e la scuola è un’istituzione praticamente semi-totale.

 

 Alice: Pensa che la creatività possa avere un ruolo utile nelle attività di recupero del condannato?

 Carla Chiappini: Sicuramente sì, l’espressione creativa potrebbe far provare alla persona detenuta un tipo di soddisfazione alternativa rispetto a ciò che provava prima dell’arresto. Penso che un progetto di rieducazione che non preveda la soddisfazione, il desiderio e la fantasia sia un progetto con forti rischi di ricaduta. Casa, lavoro e famiglia per un condannato non sono abbastanza ai fini di un reinserimento efficace. È importante far provare un tipo di soddisfazione diverso e più funzionale, in modo che non lo si vada a cercare altrove.

Intervista ed elaborazione di
Alice Viola e Ottavia Alliata

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2 pensieri riguardo “Carla Chiappini”

  1. Sarei interessato a consultare il materiale del progetto “una città per tutti” presentato presso la prefettura di Piacenza.
    Grazie

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