Ringraziando tutti voi per il carico di pensieri e di emozioni che mi avete regalato insieme a papà e figli detenuti, rispondo solo ora alla domanda di Juri: Conta di più la colpa passata o la funzione della pena aperta al futuro?
E mi è tornato alla mente un pensiero derivato in seguito alla lettura di un romanzo di Marco Pozza ALLA FINE ALL’IMPROVVISO (che parla anche di padri, di carcere, di seconda chance… curiosa coincidenza che mi sia capitato tra le mani in questi mesi).
Quando in auto sbagli strada perché cambi il percorso rispetto a quello che avevi programmato, con la conseguenza che perdi un mare di tempo perchè non puoi fare inversione a U in autostrada, google maps non ti dice “sei proprio un pirla, te lo avevo detto e non mi hai ascoltato, adesso hai sbagliato strada e ti toccherà metterci il doppio di tempo… adesso sono c***i tuoi...”.
No,non lo fa. Ricalcola il percorso. In silenzio. Ti dice dove sei adesso. Ti dice la strada che devi fare da lì dove sei, senza giudicarti. Sarà certo più lunga, ma ovunque tu sia finito ti riporta alla meta.
Forse è questo ciò che chiede la Costituzione a proposito della funzione della pena. Anche per tutti noi questa è stata un’occasione di ricalcolo del percorso di paternità.
Riflessione struggente quanto veritiera.
Grazie.
Che bella suggestione e come è facile da comprendere detta così.. Grazie di questa preziosa occasione di riflettere sul rischio di scegliere la strada sbagliata magari con le migliori intenzioni