Il sentimento di terrore che aveva provato Natàlja Ivànovna (così si chiamava la vedova di Pjotr Nikolàjevic) alla vista di quell’uccisione era stato così forte che, come sempre succede, aveva soffocato in lei qualunque altro sentimento. Quando poi tutta la folla fu scomparsa dietro alla siepe del giardino, e il rumore delle voci si fu chetato, e Malànja, la ragazza che li serviva, scalza, con gli occhi spiritati, venne di corsa con la notizia, come se fosse stata una cosa allegra, che avevano ucciso Pjotr Nikolàjevic e l’avevano buttato in un burrone, a quel primo sentimento di terrore se ne sostituì un altro: il sentimento di gioia d’esser liberata da un despota, dagli occhi nascosti sotto gli occhiali neri, che per diciannove anni l’aveva tenuta in schiavitù. Ella si sgomentò di questo sentimento che non osava confessare a sé stessa e tanto meno mostrare ad alcuno.
✏️ Lev Tòlstoj, Denaro falso (parte seconda cap. X), negli anni 1904-1905
🎨 IV B istituto tecnico informatico (E. Torricelli, Milano), 30 aprile 2025 – leggi la loro descrizione del personaggio
[9. “Quali caratteristiche dovrebbe avere una istituzione credibile?”]