La chiamata è per tutti

Il dipinto raffigura il momento in cui Cristo sceglie Matteo, uomo malvisto dalla società poiché era colui che riscuoteva le tasse per Roma. La scena è ambientata in una locanda oscura e disadorna; a destra ci sono Cristo che indica con la mano destra il futuro apostolo e San Pietro.

Matteo, che è seduto al tavolo insieme a quattro compari, è colto inaspettatamente dall’invito e reagisce con un gesto naturale. Questo gesto istintivo, come se si stesse sincerando che Cristo sta chiamando proprio lui, simboleggia che la chiamata di Dio è sempre rivolta a tutti gli uomini di tutti i tempi, ma ciascuno è libero secondo la propria coscienza di aderirvi o di respingerla.

Un altro importantissimo protagonista di questo quadro è la luce. È di colore giallastro e squarcia la penombra del locale, mettendo in evidenza la semplicità degli ambienti. La immagino provenire da una porta esterna alla prospettiva dell’opera. La luce ha una funzione simbolica, rappresentando la luce della Grazia divina che improvvisamente congela la posizione e le espressioni dei presenti nella locanda, collocandoli in uno spazio astratto e senza tempo.

Rebecca Maraschi

Gli Scout AGESCI su “LA CHIAMATA”

Una possibilità di miglioramento

Personalmente vedo che la luce ha un ruolo fondamentale in questo dipinto. Da una parte vedo il buio che racchiude tutte le cose materiali dell’uomo, l’avidità e la perdizione, mi sembra molto “pesante” come immagine. Dall’altra parte c’è questo spiraglio di luce, portato da Gesù, che mi trasmette leggerezza e una possibilità di rivalsa, l’opportunità di abbandonare la parte scura del quadro. Mi piace affidarmi a questo concetto e vedere anche nelle piccole cose una possibilità di miglioramento o comunque di riflessione introspettiva.

Edoardo Mojoli

Gli Scout AGESCI su “LA CHIAMATA”

Una scelta inusuale

Nella scena vedo un gruppo di uomini seduti ad un tavolo che sembrano stupiti, increduli e che indicano la figura di Matteo. A destra invece ci sono Pietro e Gesù e, in particolare quest’ultimo, indica proprio verso Matteo. Da studi personali so che Matteo era un esattore delle tasse, un lavoro mal visto, e lo stupore degli uomini al suo fianco è proprio dato “dall’inusuale” scelta di Gesù a cui invece non importa del lavoro di Matteo.

In generale la scena è abbastanza cupa e in me suscita una sorta di angoscia e suspance, come se non si riuscisse a capire cosa può succedere dopo.

Federica Damiolini

Gli Scout AGESCI su “LA CHIAMATA”

Un senso di speranza

La scena è ambientata in un luogo piuttosto scuro, probabilmente una locanda. La luce non proviene dalla finestra sullo sfondo, ma da destra e genera un particolare gioco di luci e ombre. Solo i volti di due protagonisti sono interamente illuminati. In totale sono ritratte sette figure, due sono in piedi e una di queste indica l’uomo con la barba seduto al tavolo.

Le reazioni sono di diverso genere: chi ignora totalmente l’avvenimento e si concentra sulle monete sparse sul tavolo, chi guarda con aria sorpresa e confusa l’uomo in piedi e infine l’uomo indicato, Matteo, che si indica, come per avere la conferma di aver capito bene cosa sta succedendo.

L’atmosfera è buia, i colori cupi e terrosi, tuttavia la luce dà un senso di speranza e apertura verso ciò che sta fuori dalla locanda.

Anna Merlini

Gli Scout AGESCI su “LA CHIAMATA”

Il gesto di indicare

Ciò che salta all’occhio è il gesto di indicare. Chi punta il dito verso qualcuno, chi si sente preso in causa e lo rivolge a sé stesso per conferma. C’è chi china la testa e chi presta attenzione.

Il quadro tratta il tema della Chiamata di Dio, che è salvezza ed è rivolta a tutti. Quindi, anche dopo un periodo buio o dopo un errore, ci si può correggere e migliorare.

Il dipinto potrebbe essere anche letto rispetto al tema della giustizia (o ingiustizia) per via dei gesti reinterpretabili come accusatori e delle teste chine per la vergogna.

Anna Lotti

Gli Scout AGESCI su “LA CHIAMATA”

Dal Nuovo Testamento

Il dipinto raffigura un episodio del Nuovo Testamento, descritto nei Vangeli di Matteo, Marco e Luca. La scena raffigurata è la chiamata di San Matteo, un esattore delle tasse, da parte di Gesù. La divisione in due parti del dipinto, con la parte superiore vuota tranne che per una finestra, porta l’attenzione sui personaggi nella parte inferiore. L’uso della luce mette in risalto i gesti e i personaggi nella scena, creando un forte contrasto tra le figure vestite in abiti del XVII secolo e Gesù e Pietro che indossano abiti antichi.

I personaggi principali sono:

  • San Matteo: È il protagonista dell’opera ed è raffigurato seduto dietro un tavolo, in abiti comuni da pubblicano (un esattore delle tasse). San Matteo è l’uomo con la barba sulla sinistra del dipinto. La sua espressione è di stupore e incredulità, poiché è sorpreso di essere scelto da Gesù.
  • Gesù Cristo: Il Figlio di Dio e fondatore del cristianesimo. È raffigurato in piedi, con una mano puntata verso San Matteo, indicandolo come il prescelto per diventare uno dei suoi discepoli.
  • Pietro: Uno dei dodici apostoli di Gesù. È rappresentato accanto a Gesù, guardando verso San Matteo con una certa espressione di interesse.
  • L’uomo con la mano sul petto: Questo personaggio è un altro apostolo, di cui il nome non è specificato nei Vangeli. La sua presenza è rilevante in quanto potrebbe rappresentare l’apostolo Simone, ma non è possibile identificarlo con certezza.
  • Il gestore o supervisore delle tasse: Accanto a San Matteo, c’è un uomo ben vestito e importante, probabilmente il gestore o il supervisore delle tasse. La sua espressione è di sorpresa e sconcerto nel vedere Gesù chiamare San Matteo.

Il dipinto suscita curiosità, interesse e interrogativi. Quando guardi il dipinto ti viene da porre domande e cercare risposte riguardo a situazioni o concetti sconosciuti.

Federico Barbuscia

Gli Scout AGESCI su “LA CHIAMATA”

La vita sta per cambiare

Il quadro presenta due gruppi di soggetti ben distinti: a sinistra quattro uomini vestiti con abiti cinquecenteschi stanno seduti attorno ad un tavolo. Si tratta probabilmente di usurai ed esattori delle tasse. Un quinto uomo di età avanzata sta in piedi e osserva attentamente le monete sul piano. A destra un giovane e un anziano indicano l’unico usuraio che apparentemente non si è ancora accorto della loro presenza. Egli è infatti chinato a contare le monete sul tavolo, mentre gli altri rivolgono sorpresi il proprio sguardo alle due figure misteriose. Si tratta di Gesù e San Pietro, mentre l’uomo a cui rivolgono la propria attenzione è Matteo (Levi), noto esattore di imposte.

La scena si svolge in una stanza scura dalle pareti spoglie; la fonte luminosa è posta in alto a destra mentre un raggio di luce sembra seguire la direzione indicata dalla due mani.

Questo quadro mi trasmette allo stesso tempo serenità e tensione. La prima è suscitata dai toni caldi e dall’espressione pacata di Gesù, la seconda dalle espressioni sorprese degli usurai e soprattutto dal fatto che la scena rappresenta il momento immediatamente precedente l’incontro tra Matteo e Gesù.

Immerso nei suoi conti, Matteo è completamente inconsapevole del fatto che la sua vita sta per cambiare drasticamente perché sperimenterà per la prima volta l’amore di Dio, un amore avvolgente e liberante al quale non potrà più sottrarsi.

Mi commuove sapere che Gesù abbia guardato oltre i peccati e la cattiva fama di Matteo e lo abbia chiamato per nome con amore.

Noemi Cocchia

Gli Scout AGESCI su “LA CHIAMATA”

Libertà di ascoltare la chiamata

Il dipinto raffigura il momento in cui Gesù, affiancato da san Pietro quasi di spalle, sceglie Matteo, esattore delle tasse di Roma, come suo apostolo. Delle cinque figure presenti nell’opera, solo tre (Matteo e due giovani) si accorgono della presenza di Gesù (sono girati verso le due figure e Matteo indica se stesso), mentre le altre due (un uomo e un giovane) sono intente a contare dei soldi.

Secondo me questa scena potrebbe indicare il fatto che Dio si rivolge sempre a tutti gli uomini, ma ciascuno è libero di ascoltarlo o meno a rischio però della propria “salvezza”.

Arianna Festa

Gli Scout AGESCI su “LA CHIAMATA”

Conti di fine giornata

Un ragazzo sta contando del denaro assistito da una persona più anziana e gli altri due personaggi a lato (dx) sembra che lo stiano cercando, visto che lo stanno indicando. Invece i 3 centrali sembra che siano pronti a difenderlo, soprattutto quello in primo piano con i pantaloni bianchi che si sta alzando.

A me sembra che i personaggi siano i proprietari di un piccolo negozio che fanno i conti a fine giornata e due ragazzi poveri che chiedono aiuto a loro.

Aurora Bossini

Gli Scout AGESCI su “LA CHIAMATA”

 

Agenti delle tasse

La scena del dipinto “Vocazione di San Matteo” rappresenta degli uomini attorno a un tavolo che, riferendomi al vangelo, sono degli “agenti delle tasse”.

La vocazione è suggerita dalla luce che arriva dall’alto a destra e che illumina Matteo, indicato dagli altri personaggi rappresentati nel quadro.

La luce in alto a destra crea un contrasto con il buio che travolge le persone sedute al tavolo.

La scena rappresenta un uomo, credo sia Matteo dato che viene indicato dagli altri personaggi della scena, che conta dei soldi e viene interrotto da Gesù che porta luce nella stanza.

Alice Toffanello

Gli Scout AGESCI su “LA CHIAMATA”