Dentro il dipinto c’ero anch’io

Ogni volta che vengo al Gruppo della Trasgressione è una evoluzione continua che entra dentro di me. Avevo sentito il nome del pittore Caravaggio e visto i suoi capolavori, ma non sapevo il suo passato e chi era.

Come ho appreso, è stato più volte carcerato e con crimini molto seri, anche l’omicidio. Ha vissuto con tanta sofferenza e una vita piena di problemi ma quell’uomo ha avuto un lato magnifico, sapeva dipingere come se i suoi quadri parlassero.

Per me è un genio che ha lasciato nei suoi dipinti qualcosa che ha a che fare con tutti noi e con la società. Il professor Zuffi ha proiettato tre dipinti di Caravaggio con San Matteo. Dopo una grande e piacevole spiegazione sul dipinto della vocazione di Cristo verso Matteo, un quadro bellissimo con tante spiegazioni diverse, ancora non riesco a credere che dentro quel dipinto c’è la vita nostra e qualcosa che ci lega al nostro passato e presente.

Nel quadro mi colpisce la luce, come se acceca il male. Una luce così forte dichiara la presenza di Dio. E quei sette uomini, cinque seduti e due in piedi, certo che è una chiamata di Gesù verso Matteo! Si capisce da come sono stati sorpresi dall’arrivo di Gesù e Pietro.

Gesù tende la mano con l’indice verso i cinque uomini seduti e solo Matteo risponde come se si aspettasse che quell’invito era per lui. E, in effetti, Gesù lo invitava a seguirlo per un cambiamento, a non rimanere in quel passato e a rendersi disponibile per l’umanità.

Sempre in quell’immagine, a mio parere, Caravaggio ha voluto dirci che esiste il diavolo e che esistono il bene e il male. Nel tavolo ci sono delle monete maneggiante da un uomo al quale non importa chi c’è intorno e che cosa sta succedendo. Per lui contano solo i soldi.

Al mio ritorno in cella mi sono chiesto se proprio nel dipinto c’ero anche io! Quell’uomo che conta le monete rappresenta me stesso in un periodo della mia vita, quando non guardavo i valori che la vita dà, come la famiglia, la libertà, ma volevo avere sempre di più e questo mi ha portato a sbagliare.

Non sentivo e non ascoltavo più chi mi voleva bene. I soldi comprano il diavolo e inizi a non capire più niente. Oggi credo più alla libertà e credo che la vita va rispettata e non buttata e questo non solo per te, ma anche per le persone che ti vogliono bene.

Ecco perché bisogna cercare dove nasce quel male ed evitare che si ripeta. Questo mio crescere e scrivere oggi è solo merito di quello che facciamo al gruppo. La mia coscienza si è svegliata e comincio a capire l’importanza di non fare più male alla società e ai miei figli.

Oggi vorrei un futuro nuovo e voglio guardare verso chi mi aiuta a cambiare, come quella chiamata di Gesù a Matteo, che serve a interrogarsi di più e a essere più responsabili.

Ma quell’invito è solo per chi crede in se stesso e solo così posso avere quello che ho perso e ritornare dai miei figli e nella libertà.

Ignazio Marrone

Caravaggio in città

Aula Dostoevskij – Marrone

L’idea che mi sono fatto dalla lettura del romanzo è che il giovane studente Raskol’nikov ha via via fatto crescere in sé l’idea di uccidere una vecchia usuraia, pensando che così avrebbe liberato la società da una persona cattiva. Ma, secondo me, non c’è nulla di più sbagliato in questo ed è dagli incontri che ho avuto con tutti voi che piano piano mi ha preso il pensiero che, in fondo, Raskol’nikov aveva soltanto l’inconscio bisogno di eliminare un vuoto esistenziale e una insoddisfazione frutto di una vita sofferta e dolorosa.

Non credo sia sbagliato pensare di diventare un eroe, non si tratta di ideali sbagliati ma di scelte errate e alla fine il rimorso lo ha consumato e la sua coscienza ha prevalso.

Oggi desidero costruire una vita nuova per me e i miei figli e frequentare questi incontri, così utili per noi i carcerati. Cercherò di dare voce anche ai miei compagni detenuti perché si può sempre iniziare a cambiare e a recuperare i nostri sbagli per ritornare uomini onesti per la società e la famiglia.

Ignazio Marrone – Detenuto

Delitto e Castigo