Frutta bella

Per avere frutta bella
Vieni qui alla bancarella
Per trovarla fresca e sana
Torna qui ogni settimana

Per trovarla più gustosa
Vieni qui con la tua rosa
Per averla più nutriente
vieni qui con la tua mente

 

 

Trasgressione e Frutti di Stagione

Si può partecipare al concorso con foto, poesie, brevi racconti. Ogni tanto si vince un cesto di ciliegie, un grappolo d’uva o un kiwi impertinente…

Il kiwi impertinente
Oggi ho visto alla bancarella del Gruppo della Trasgressione un kiwi dalle fattezze ardite. Con la sua forma impertinente, di fronte alla signora che faceva la spesa, mi aveva imbarazzato. Era un kiwi proprio spudorato. Intanto i due bambini della signora giocavano con la frutta lì vicino. Poi la più piccola al fratello: guarda il kiwi, Adriano, sembra papà quando ci prende per mano.

 

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Confronto fra Colombo e Cusani

A distanza di oltre 20 anni dai loro primi incontri, Gherardo Colombo e Sergio Cusani si parlano in presenza di centinaia di studenti e cercano insieme come si annodano responsabilità personali e collettive.

Da parte mia, ringrazio Sergio Cusani per aver contribuito a rendere più facili i primi passi del Gruppo della Trasgressione, nato peraltro grazie a una scelta maturata dopo una lunga chiacchierata con lui in un pomeriggio del settembre 1997 a San Vittore. Fra il 1997 e il 2000 molte persone dall’esterno venivano al gruppo più perché  ne faceva parte Sergio Cusani che per quello che il gruppo della Trasgressione era riuscito a sviluppare fino a qual momento.

Devo a Sergio Cusani anche la conoscenza di Fabrizio De André, che era previsto come ospite al gruppo prima che si sapesse della sua malattia.

Micro e MacroscelteIl punto di non ritornoIl gioco di Nimm

 

Scale e sentieri al Coming Out

Lorenzo Favaro

C’è chi scende e c’è chi sale
c’è chi impara a far le scale

Il masso sale e poi riscende
e chi fatica non si arrende

E c’è chi, per far lieta la sera,
costruisce una mulattiera

 

LE SCALE      C’è chi scende e c’è chi sale, c’è chi impara a far le scale

 

IL MASSO      Prima sale e poi riscende, ma chi fatica non si arrende

 

IL SENTIERO      C’è chi, per far lieta la sera, costruisce una mulattiera

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Dal Gruppo Trsg 2001

Caro Dott. Aparo,

sono Salvatore M., membro del “Gruppo della Trasgressione” 2001/3 a San Vittore. Spero ti ricordi di me, io non posso dimenticare dell’aiuto ricevuto durante la detenzione, dal gruppo della trasgressione e in particolare dal suo coordinatore, un aiuto di cui ho beneficiato anche nella post-detenzione, utilizzandolo per il mio reinserimento nella società.

Sono entrato in carcere convinto che prevaricare la libertà degli altri, sottrarre i beni altrui, fosse un mio diritto, un diritto derivante dal mio vissuto, una storia di povertà e privazioni; ritenevo giusto, quasi doveroso, appropriarmi di ciò che non avevo mai avuto sottraendolo a chi, invece, aveva sempre avuto.

Il gruppo della trasgressione, attraverso gli incontri e i confronti, sviscerando e analizzando punti di vista diversi a riguardo dei comportamenti trasgressivi, mi ha portato a comprendere che il confine della mia libertà non è un limite, bensì è il terreno d’incontro e arricchimento personale, è un luogo per capire come progredire, accogliere, ricevere, donare, conoscere.

Ho capito il senso profondo del rispetto dell’altro chiunque esso sia, di qualsiasi nazione, religione, colore, ceto sociale, senza pregiudizio verso chi mi ha condannato, né verso chi mi ha arrestato. Il rispetto va dato all’uomo e alle regole sociali che appunto regolano i rapporti di un popolo.

Tra un mese compio dieci anni da uomo libero e rispettoso delle regole, nel frattempo mi sono messo a lavorare, mi sono sposato, ho un figlio di dieci anni, non soffro la mia modesta condizione economica, invece sono ricco del piacere della vita dato dalla famiglia, dal lavoro e dalla bellezza della natura; vivo in un posto di mare ed è lì che navigo con la fantasia e mi arricchisco di creatività.

Oggi a Bollate è detenuto mio fratello Giuseppe, impegnato in un percorso di studio universitario, avrei molto piacere se tu lo coinvolgessi nel gruppo della trasgressione, perché, sono certo, farebbe bene anche a lui confrontarsi.

Se la mia esperienza detentiva può essere un contributo al gruppo, sono a tua disposizione.

Possibilmente estendi la mia affettuosa stima alla Dott.ssa Patruno e al Dott. Pagano. Grazie

Con profonda stima Salvatore M.

Relazione di tirocinio

STAGE ESTERNO PRESSO “ASSOCIAZIONE TRASGRESSIONE.NET”

Vittoria Canova
Corso di studio: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE
Periodo: 18/11/16 – 22/12/16


Caratteristiche generali dell’attività svolta

L’attività di tirocinio è stata svolta presso l’associazione Trasgressione.net, fondata dal dottor Angelo Aparo e operativa nelle carceri di Opera e Bollate. L’associazione è costituita da detenuti, ex detenuti, liberi cittadini e studenti provenienti da diverse facoltà. Gli incontri settimanali programmati si svolgono il martedì nella sede del ATS (ex ASL) di Milano con sede in Corso Italia 52, il mercoledì nel carcere di Opera e il giovedì presso quello di Bollate. Durante gli incontri tutti i membri partecipano criticamente al dibattito su svariati temi e condividono le proprie esperienze.

Il gruppo è impegnato in attività finalizzate a costruire un collegamento tra il mondo carcerario e la realtà esterna, favorendo il reinserimento sociale del detenuto (di per sé già la composizione mista del gruppo permette ai detenuti di avere contatti con persone al di fuori dell’ambiente carcerario), ad esempio tramite convegni e rappresentazioni teatrali soprattutto nelle scuole. Un altro obiettivo del gruppo è la prevenzione del bullismo, delle tossicodipendenze e della devianza in generale, che si mette in atto attraverso incontri con i soggetti più a rischio, cioè gli adolescenti. Infine ai detenuti che fanno parte del gruppo viene data la possibilità di svolgere alcuni lavori come le attività di restauro e la vendita di frutta e verdura.

 

Descrizione dettagliata del tipo di ruolo e mansioni svolte

Il tirocinio curriculare prevede che lo studente svolga 100 ore in un periodo di circa due mesi presso l’associazione scelta per ottenere i crediti formativi necessari, inoltre al termine dell’attività è richiesta la stesura di una relazione finale sul lavoro svolto. All’interno del Gruppo della Trasgressione il ruolo che lo studente deve ricoprire è il diventare a tutti gli effetti un membro del gruppo e quindi partecipare con costanza agli incontri previsti, ascoltare gli interventi degli altri componenti, elaborare i contenuti proposti e partecipare attivamente alle discussioni. La richiesta è, dunque, l’essere semplicemente se stessi e offrire un contributo esponendo in modo autentico il proprio punto di vista.

 

Attività concrete/metodi/strumenti adottati

Durante il periodo di tirocinio ho partecipato agli incontri settimanali del gruppo. Come già detto prima, durante questi incontri i componenti del gruppo hanno l’opportunità di confrontarsi su vari argomenti. I temi che di volta in volta emergono vengono proposti dal coordinatore del gruppo, il dottor Aparo, o dai membri stessi a partire da personali riflessioni, da episodi di vita e da vari elaborati scritti (testi, poesie, canzoni). Durante questi dibattiti, grazie alla massima libertà di espressione, ognuno è stimolato a riflettere, a porsi interrogativi e a intraprendere un percorso personale per migliorare la conoscenza di se stessi e per giungere a una maggior comprensione degli altri. Un aspetto importante è il riuscire a mettersi in gioco per giungere a una maggiore chiarezza dei propri limiti e delle proprie debolezze che, se condivisi con il gruppo, possono essere superati.

Ho avuto inoltre l’opportunità di assistere alle prove della rappresentazione teatrale del mito di Sisifo. Nella storia originale Sisifo, re di Corinto, viene condannato da Giove a spingere un masso per l’eternità. Detenuti e studenti hanno rivisitato questo mito attribuendo nuovi significati alle dinamiche della vicenda e alle caratteristiche dei personaggi: Giove diventa così non un personaggio reale ma una proiezione di Sisifo, il masso rappresenta la coscienza con la quale Sisifo dialogherà alla fine della storia, altrove si allude ad una vecchia alleanza tra Sisifo e Giove quando il re di Corinto era una pedina dei giochi del capo dell’Olimpo rappresentato come una sorta di capo mafioso.

Gli attori coinvolti non interpretano sempre gli stessi personaggi e quindi ad ogni spettacolo giocano a ricoprire ruoli diversi e recitano senza un copione vero e proprio rendendo così ogni rappresentazione unica.

Questi spettacoli teatrali sono rivolti in particolar modo alle scuole e al termine della rappresentazione i ragazzi vengono coinvolti offrendo loro la possibilità di fare domande e di riflettere insieme ai membri del gruppo sui significati espressi dal mito.

Durante la mia permanenza il gruppo si è anche impegnato in un nuovo progetto chiamato Coming out. Il Coming out è un terreno nel quale alcuni detenuti stanno già lavorando per ripulirlo, che in futuro ospiterà la bancarella di frutta e verdura e diventerà una sorta di agorà cioè un luogo di incontro che offre la possibilità di esprimersi, di venir fuori come dice appunto il nome. Verranno raccolti in questo luogo tutti i lavori creativi quindi canzoni, poesie, racconti, sculture non solo dei membri del gruppo ma anche degli abitanti del quartiere attorno al terreno e di tutti coloro che lo desiderino.

Come simbolo del Coming out è stata scelta una lumaca e ciò deriva da una canzoncina in siciliano intitolata “Viri chi danno ca fanno i vavaluci”. La canzone racconta di come le lumache, messe a spurgare in una pentola prima di essere cucinate, tentino di scappare dalla pentola, questa fuga diventa metafora del tentativo che ciascun uomo fa per conquistare o riconquistare la propria libertà.

Infine, nell’ultimo periodo, è stato avviato il gruppo femminile per le detenute del carcere di Bollate. È stato dunque interessante riflettere sulle differenze oggettive emerse ma soprattutto sul come noi studenti abbiamo vissuto soggettivamente queste diversità fra i gruppi.

Per concludere tra i progetti in corso del gruppo ci sono il corso di Croce Rossa, al quale stanno partecipando alcuni detenuti, e la progettazione di un prossimo convegno incentrato sul rancore e sulla gratitudine.

 

Presenza di un coordinatore/supervisore e modalità di verifica/valutazione delle attività svolte

Il coordinatore del gruppo, nonché tutor del mio tirocinio, è il dottor Angelo Aparo. Con i suoi metodi un po’ fuori dagli schemi e ironici è riuscito a spronarmi e a mettermi in gioco. Inizialmente ero abbastanza intimorita ma poi mi sono abituata ai suo modi di comportarsi ed esprimersi ed è proprio grazie a questi ed alle sue prese in giro che mi sono sforzata di, come sostiene lui, “uscire dalla gabbia”. L’esempio più rappresentativo che mi viene in mente è quando, poco tempo fa, durante il gruppo femminile ha fatto interpretare a studenti e detenute diversi tipi di camminate che rappresentassero diversi stati d’animo. Ovviamente è toccato anche a me, ma nonostante mi sentissi alquanto imbarazzata e nonostante le mie prestazioni non proprio eccellenti, mi sono messa alla prova riuscendo anche a divertirmi.

 

Conoscenze acquisite (generali, professionali, di processo, organizzative)

Per me questa è stata la prima esperienza al di fuori del mondo prettamente accademico. È stata un’occasione importante per iniziare a toccare con mano e a vivere una realtà lontana dai concetti teorici e astratti dei libri, una realtà costituita da persone vere, con un nome e una storia da raccontare e con le quali interagire. Mi sono avvicinata al mondo carcerario del quale non conoscevo assolutamente nulla e ho potuto iniziare a farmi un’idea del suo funzionamento a livello burocratico/legislativo e umano.

 

Abilita acquisite (tecniche, operative, trasversali)

Durante questo tirocinio ho imparato che cosa vuol dire essere parte di un gruppo e quindi l’importanza di ascoltare attentamente gli altri, dare un contributo, ragionare insieme, confrontarsi. Ho compreso come ogni membro avesse un ruolo e come a ognuno fosse concesso uno spazio per esprimersi, rendendo quindi indispensabile rispettare i turni di parola, i pensieri e le opinioni altrui. Inoltre è stato molto utile per apprendere a organizzare meglio il mio tempo dovendo riuscire a conciliare le ore di tirocinio con le lezioni e la preparazione degli esami.

 

Caratteristiche personali sviluppate

Oltre a queste capacità e abilità tecniche e organizzative, credo che questo tirocinio abbia contribuito soprattutto allo sviluppo di alcune mie caratteristiche personali. Infatti durante questo percorso sono riuscita a superare un po’ la mia timidezza cercando di esprimere in modo comprensibile il mio pensiero di fronte ad altre persone inizialmente sconosciute. Inoltre, grazie alle tematiche affrontate dal gruppo, ho avuto l’occasione di riflettere su alcuni aspetti di me stessa ai quali non avevo dato importanza imparando così a conoscermi meglio.

 

Altre eventuali considerazioni personali

All’inizio di questo tirocinio le sensazioni provate prevalentemente sono state l’inadeguatezza e l’imbarazzo. Mi sono ritrovata infatti con persone totalmente estranee che si conoscevano fra loro da tempo e appartenevano ad un gruppo coeso. Non è stato per nulla semplice riuscire a farsi conoscere, accettare e trovare un mio posto in un contesto con dinamiche personali consolidate da tempo. Complice di questa iniziale difficoltà è stata sicuramente la mia timidezza, che mi causa disagio a esprimere emozioni e pensieri di fronte a molte persone, forse dovuto anche ad un po’ di timore del giudizio altrui. Oggi però mi ritengo abbastanza soddisfatta perché mi sento a tutti gli effetti un membro del gruppo e soprattutto perché ho meno difficoltà a interagire nelle discussioni. Ho iniziato questo tirocinio spinta dalla curiosità che, però, non è da intendersi come voglia di scoprire il reato commesso da una persona ma piuttosto come la volontà di cercare di capire il perché una persona giunga a commettere il reato. Mi sono quindi avvicinata a un mondo molto distante dal mio e ho avuto modo di ascoltare le storie di alcuni detenuti, riuscendo così a sentire e condividere il loro dolore, la loro tristezza ma anche la loro gioia.

Per concludere è stata un’esperienza estremamente positiva alternando con il giusto equilibro momenti di riflessione profonda, commozione e divertimento.

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La nostra attività con le scuole

Il Gruppo della Trasgressione comprende un’associazione e una cooperativa, costituite da detenuti, studenti universitari e comuni cittadini. Il gruppo agisce nelle carceri di Bollate e Opera e all’esterno; l’obiettivo principale è rendere riconoscibili i sentimenti e gli stati d’animo che caratterizzano i percorsi della devianza e lavorarli nel tentativo di renderli compatibili con il riconoscimento dell’altro.

La nostra filosofia s’incentra su poche linee guida:

  • studiare, progettare e lavorare con chi ha commesso reati giova all’equilibrio sociale e protegge la salute e il bene pubblico più della separazione garantita dalle mura del carcere;
  • è importante che imprenditori e liberi professionisti supportino, insieme alle istituzioni, l’acquisizione e l’esercizio di funzioni e ruoli sociali di chi ha bisogno di evolversi; questo vale per gli adolescenti, per le persone in difficoltà e per chi, lungo i percorsi della devianza, ha perso il piacere di esercitare le responsabilità del cittadino;
  • il recupero, una reale inclusione, un effettivo superamento della sensazione di marginalità e di estraneità alle regole possono prendere corpo solo se ci si sente co-protagonisti di esperienze concrete, di attività lavorative, eventi, interazioni utili alla comunità, al suo rinnovamento, alla sua crescita.

All’interno della nostra attività di sensibilizzazione e di mediazione fra carcere e società, gli incontri tra il Gruppo della Trasgressione e le scuole offrono agli studenti di scuole medie inferiori e superiori un’esperienza utile alla prevenzione del bullismo e delle dipendenze, ma anche e soprattutto a vivere in modo tangibile il piacere della responsabilità.

In sintesi, l’obiettivo della prevenzione viene combinato con la rieducazione del condannato; tali incontri, infatti, favoriscono il percorso evolutivo dell’adolescente permettendogli di svolgere una positiva funzione sociale nei confronti del detenuto e, allo stesso tempo, aiutano i detenuti a riappropriarsi della loro identità di adulti, intanto che forniscono un servizio alla collettività.

 

Attività culturali nelle scuole e nei teatri
con gli adolescenti e con un pubblico adulto

Una serata per bulli

Un gruppo di ragazzi annoiati, il solito posto e la solita monotonia. Così ha inizio la rappresentazione di “una serata per bulli”. Un’atmosfera costellata di noia e vuoto che porta prima all’uso di droga, poi al furto di un’auto e infine alla violenza su un disabile. Un’escalation di atrocità alla ricerca di uno sballo sempre più difficile da raggiungere.

Subito dopo la rappresentazione, studenti e insegnanti dialogano con i componenti del gruppo su cosa cerca chi si comporta da bullo.


Una slot machine per chiedere chi sono

La rappresentazione ricostruisce quello che accade in una delle tante sale giochi: i passaggi di un amore malato tra un giocatore incallito e la sua bella: la slot machine. Un uomo che, per coprire le proprie angosce, affida se stesso allo sballo e all’eccitazione del gioco d’azzardo. Non riuscendo a coltivare relazioni stabili e costruttive con l’altro, si perde nel gioco illusorio e autodistruttivo di fingersi capace di controllare gli impulsi e gli oggetti di cui si rende schiavo.

Su questa mappa di conflitti, mancanze, smarrimenti, seduzioni delle diverse forme di dipendenza, si sviluppa lo scambio tra gli studenti e i detenuti dopo la recita.

 

Il mito di Sisifo

Avviato nel 2009, il lavoro sul mito di Sisifo è diventato in poco tempo uno strumento per riflettere sul presente e per recuperare passaggi centrali di chi ha perso la fiducia nelle istituzioni e nel proprio futuro. La tragedia di Sisifo ha dato luogo a un racconto nel quale specchiarsi, motivando comuni cittadini, studenti e detenuti del gruppo a indossare i panni dei diversi personaggi e a interrogarsi sul problema della siccità a Corinto, sui conflitti di Sisifo con Giove, degli adolescenti con il limite e l’autorità, dell’uomo con i suoi bisogni terreni e le sue ambizioni di eternità.

Al termine della rappresentazione, viene avviata una discussione in sala su temi quali: il rapporto genitori-figli, le dinamiche di potere e la possibilità dell’uomo di abbandonarsi all’arroganza o di ascoltare e assecondare le proprie istanze costruttive.

 

Concerti musicali – Trsg Band

Il Gruppo della Trasgressione tiene concerti in diversi teatri di Milano e provincia. Le storie dei personaggi imperfetti di Fabrizio De André vengono incrociate con le riflessioni dei detenuti del gruppo sui loro sentimenti, sulle scelte passate più o meno consapevoli e su ciò che ne è derivato nelle loro vite.

Sulla traccia delle canzoni di De André, arrangiate ed eseguite dalla Trsg.band, braccio musicale del Gruppo della Trasgressione, i concerti vedono la collaborazione fra discipline e soggetti eterogenei: docenti universitari, giovani studenti, detenuti e artisti.

Con questi eventi il Gruppo della Trasgressione punta a rendere prassi comune la contaminazione creativa e la cooperazione con adolescenti e giovani adulti. L’idea di fondo è che l’impiego delle proprie risorse in un clima di gioco e di collaborazione possa aiutare al riconoscimento reciproco e far sì che l’altro possa essere sentito come partner invece che straniero o, peggio, ostacolo alla propria realizzazione.