Una serata per bulli

Una serata per bulli
di Katy Romeo

Siamo nel carcere di Opera a uno dei primi incontri dell’anno del Gruppo della Trasgressione. Oggi si parla della rappresentazione di “Una serata per bulli, che avrà luogo il 26 Gennaio 2018, presso il Centro di Aggregazione Giovanile di Locate di Triulzi. L’incontro parte da una scenetta della durata di 15 minuti circa, rappresentata dai componenti del Gruppo della Trasgressione, detenuti e membri esterni. I protagonisti sono quattro adolescenti di una banda e una vittima: il leader, il gregario del leader, l’incerto, l’astinente, la vittima.

Il leader propone una serata da sballo… discoteca, droga, e quanto possa contribuire a spezzare la monotonia di una serata di un gruppo di adolescenti annoiati. Non essendo in possesso di denaro né di un mezzo di trasporto per raggiungere l’ambita discoteca, il leader propone il furto di un’automobile. Constatato che l’auto ha il serbatoio vuoto, il gruppo commette anche un secondo furto a un distributore di carburante! Ma durante la loro irrefrenabile euforia incontrano una clochard che legano a una sedia e chiudono dentro un cerchio di benzina cui danno fuoco per inscenare una danza indiana. La situazione però sfugge loro di mano…

Dopo aver messo in atto la scena, sono state raccolte osservazioni e proposte e sono stati aggiunti altri protagonisti: il bullo pronto ad immortalare col cellulare le prepotenze del gruppo; uno spacciatore; il genitore di un loro coetaneo defunto.

Ecco il profilo dei protagonisti principali:

  • Il leader: ha un forte bisogno di potere e di auto-affermazione, è impulsivo, aggressivo verso i coetanei e verso gli adulti; usa la violenza come un mezzo per acquisire prestigio agli occhi degli altri componenti della banda; è privo di empatia e indifferente alle conseguenze di ciò che fa. La sua scelleratezza è spesso rafforzata dall’adorazione dei bulli gregari;
  • Il gregario del leader: con la sua dedizione al capo, egli contribuisce a rafforzarne lo status; allo stesso tempo, brilla di luce riflessa agli occhi del resto della band. L’approvazione del capo lo fa sentire potente, imbattibile e superiore agli altri;
  • l’incerto: è un insicuro con una bassa autostima. Ha sempre bisogno di qualcuno che lo spinga nelle decisioni e nelle scelte, soprattutto in quelle negative; frastornato dalle contrapposizione fra il leader e chi lo contesta, finisce per seguire la massa;
  • l’astinente: è già stato in carcere, ma oggi ha chiara coscienza delle conseguenze a cui potrebbe andare incontro ed è concentrato sui suoi riferimenti affettivi e sulle prospettive future.

I protagonisti vengono da un unico contesto, caratterizzato da grave degrado familiare e marginalità sociale. Tranne il ragazzo che si astiene,
 nessuno degli altri comunica con i genitori, nessuno ha progetti per il futuro, nessuno ha relazioni o interessi alternativi alla ricerca quotidiana dello sballo.

Note aggiuntive
Come sappiamo, l’adolescenza è un periodo di grandi cambiamenti, quasi una rinascita, non più dai genitori ma da se stessi, cambiamenti che coinvolgono in prima persona i ragazzi, ma anche i genitori, i quali, talvolta, possono avere difficoltà a rapportarsi con loro e a comprenderne le peculiari esigenze.

A volte, ancor più che del dialogo, l’adolescente ha bisogno di essere ascoltato. In questa fase la voglia di parlare e i silenzi si alternano e diventa dunque importante tanto mantenere dei segreti per sé o all’interno del gruppo dei pari, quanto poter confidare timori e incertezze all’adulto. Quest’ultimo deve quindi osservare e ascoltare anche il silenzio, che è comunque comunicazione.

A volte è opportuno considerare il silenzio degli adolescenti non come un blocco, ma come un progetto di separazione. Il loro silenzio a volte non richiede parole ma una presenza rispettosa, disponibile a riconoscere il silenzio del ragazzo come un tentativo di coltivare il proprio diritto all’alterità. Molte volte, attraverso il riconoscimento del proprio silenzio, l’adolescente si sente riconosciuto anche come individuo indipendente; in questo modo impara a non contrapporsi alle indicazioni dategli dall’adulto, con buone possibilità di diventare, a sua volta, un adulto maturo e responsabile.

Educa i bambini e non sarà necessario punire gli uomini
Pitagora

Articolo sulla serata a Locate di Triulzi