La piccola tigre

Storia della piccola tigre

La piccola tigre aveva delle regole.

Una notte i suoi genitori le dissero “Puoi andare ovunque tu voglia ma non avvicinarti mai al precipizio perché potresti cadere”.

Una notte lei si avvicinò perché più si avvicinava più cose sentiva, più cose vedeva.

Un giorno lei cadde e volò nel Domani.

Beatrice Cauzzi, anni 8

Officina creativa

 

6 pensieri riguardo “La piccola tigre”

  1. Dopo aver letto il racconto di mia figlia, le ho chiesto cosa significasse per lei il “domani” e mi ha risposto che per lei il domani rappresenta la Speranza.

  2. L’essere umano si nutre di speranze e sentirlo insito anche in una bambina di 8 anni, oltre all’autenticità del sperare, emerge la voglia di vita e costruzione.
    Spera chi cerca…
    Spera chi capisce di cosa è in ricerca.
    Personalmente l’ho capito tardi e quindi, mi adagio alla bellezza della purezza.
    Grazie Beatrice

  3. Bellissima! Una capacità immaginativa incredibile. Non si è limitata a spingersi oltre il divieto dettato dalle regole dei genitori ma si è pure immaginata una conclusione totalmente opposta a quella a cui il divieto avrebbe fatto pensare con la caduta nel precipizio. Cadde e volò nel Domani. Bellissimo! Una vera creativa.

  4. Immagine splendida per descrivere un scivolamento pressoché impercettibile per i più giovani, spesso prede della devianza. Il graduale avvicinamento all’orlo del precipizio sta ad indicare il graduale spostamento dell’asticella del limite che conduce al “volo nel domani”. Bravissima davvero, Beatrice.

  5. Complimenti, Beatrice!
    Quanto è bella la tua storia! Con fantasia e curiosità desideri scoprire il perché ci debba essere un limite prima del precipizio, ma è innata la voglia di esplorare lo spazio.
    Allora, ti organizzi e piuttosto che precipitare nel vuoto, riesci a spiccare un volo verso il Domani, che per te non è un oggetto, ma è una esperienza creativa: la Speranza, di realizzare – nello spazio e nel tempo – il Futuro!
    Brava, davvero!
    Olga

  6. La capacità immaginativa è un territorio sconfinato che supera la produzione creativa stessa, addentrandosi in spazi di esplorazione e ricerca. I bambini, in questo hanno notevole inclinazione. Con la loro semplicità e genuinità esplorano anche la loro interiorità proiettandola verso la realtà esterna, in un modo che riesce a stupire. Beatrice ne è di notevole esempio. Bellissima l’immagine dell’ atipico precipizio che, invece di essere ricettacolo di insidie e pericoli, è opportunità e apertura verso il futuro. È riduttivo secondo me far coincidere il fantastico finale con la conclusione del racconto.
    Potrebbe lasciare a noi adulti lo spunto per immaginare cosa ci possa essere OLTRE ed essere l’inizio di un viaggio che Beatrice, guidata dalla sua creatività, potrà proseguire a tradurre in parole o avere la libertà di non disvelare.
    Chissà……

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