Stefano Mancuso e le piante

Stefano Mancuso propone una visione delle piante rivoluzionaria, che porta a proporre un cambiamento del paradigma cui siamo abituati nel definire la Terra e gli esseri viventi.

L’uomo deve arrivare a capire che è solo una delle specie viventi, che non ha senso definirsi migliore, deve invece avere cura di tutte le altre specie e delle connessioni con esse. Tutto ciò se vuole che la sua specie sopravviva.

Di sopravvivenza si parla, infatti. Sul pianeta mediamente una specie vive 5 milioni di anni. La nostra specie “homo sapiens sapiens” esiste da 300.000 anni. Ci mancano 4.700.000 anni di sopravvivenza, se fossimo come le altre specie. Ma non lo siamo, perché noi usiamo le altre specie considerandole risorse messe a nostra disposizione. Se non riuscissimo a superare i 4.700.000 anni che ci mancano vorrebbe dire che non abbiamo saputo fare buon uso del cervello.

Le piante sono la vita stessa e ne garantiscono la sopravvivenza perché hanno usato le loro capacità per affrontare i pericoli e risolvere i problemi. Secondo Mancuso le piante hanno un cervello ma non essendo strutturate come l’uomo secondo una organizzazione piramidale e verticistica molti ritengono che non abbiano intelligenza. Mancuso sostiene il contrario. L’intelligenza, secondo i parametri usati per l’uomo, è la capacità di risolvere i problemi, capacità di resistenza, capacità di percezione e di apprendimento, memoria, comunicazione.

Le piante possiedono tutto ciò, ma alcuni lo contestano, sulla base della diversità dei bisogni rispetto all’uomo: bisogno di muoversi e muoversi in fretta, che ovviamente le piante non hanno, ma hanno tutto il resto.

Le piante sono l’87% della vita, gli animali, uomini compresi, sono lo 0,3%, il resto funghi muffe e microrganismi. Davvero può essere che l’87% delle creature sia stupido?

Le piante vivono in media 50 milioni di anni, la nostra specie 5 milioni di anni. Noi pensiamo di essere migliori ma migliore che cosa significa? Che si pone obiettivi e che li raggiunge con efficacia.

Qual è l’obiettivo primario nella vita? La sopravvivenza. Tutti dipendono dalla sopravvivenza, noi lo condividiamo con tutti gli altri esseri viventi. E, a questo riguardo, basta dire che le piante producono ossigeno e fissano l’anidride carbonica, formano il clima e nella forma delle foreste primarie e garantiscono la sopravvivenza delle specie (ne accolgono il 90%).

WIKIPEDIA – STEFANO MANCUSO 

Piccole e grandi rivoluzioni nella storia dell’umanità

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