Gioie corte, Fabio Ravasio
Destinato, non so se dalla sorte,
Ad esser di me stesso la rovina
La mia vita l’ho giocata con la morte
La libertà l’ho persa una mattina
Ascolto il cuore che mi batte forte
E cedo il passo al tempo che cammina
Orizzonti vaghi e vie contorte
Illusioni antiche e mai risolte
Ho vissuto solo gioie corte
E ora, essendo carcerato,
il mondo distratto mi confina
in una solitudine assassina