Sul pulsante rosso

“…dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fiori

Lo scorso 5 Giugno noi componenti del Gruppo della Trasgressione, assieme ai nostri famigliari, ci siamo incontrati presso il teatro della C.R. di Opera, come facciamo da tempo una volta l’anno. L’incontro è stato coordianto come al solito dal dr. Angelo Aparo. La giornata, che ha colpito profondamente noi e i nostri famigliari, è partita con una lettera scritta al gruppo da Vito Cosco, detenuto da circa 10 anni in regime di alta sicurezza presso il carcere di Opera.

Il testo della lettera ha suscitato in noi una grande emozione. Nel corso di questi anni di reclusione il percorso di Vito è stato molto travagliato, ma da circa un anno ha cominciato a dialogare con la propria coscienza, intraprendendo un cammino che ai nostri occhi, ma credo anche a quelli degli altri componenti del gruppo, appare sincero e profondo.

Non sappiamo come Vito sia arrivato a commettere un crimine così grave. La portata del delitto è tale che nessuna analisi riesce a spiegare la cosa. E però sembra che oggi la sua coscienza abbia finalmente preso una svolta significativa.

L’obiettivo del carcere dovrebbe essere quello di rieducare la persona che ha sbagliato e che, giustamente, è stata privata della libertà. È importantissimo che la Legge dia alla persona condannata, oltre alla punizione, una speranza e non un “Fine pena mai”. Chiunque, pur essendo detenuto, rimane un essere umano e, in quanto tale, deve potere avere la possibilità di evolversi. Diversamente, a cosa servirebbe la pena?

Vito vorrebbe pigiare quel “pulsante rosso” per poter tornare indietro, ma nessuno ha il potere di cambiare il passato. Certamente da questa lezione ha imparato e abbiamo imparato anche noi quanto sia importante poter dare una carezza a un figlio e qualche volta riceverla. In questo modo diventa più facile acquisire man mano la consapevolezza del male fatto e dei tanti ostacoli da superare per potere raggiungere la pace con se stessi e con il mondo, dopo il dolore inflitto a entrambi.

Vincenzo Solli, Sebastiano Giglia e Angelo Aparo

Vincenzo Solli, Sebastiano Giglia

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