Uno dei temi più trattati al Gruppo è il rapporto tra padri e figli o se si preferisce la genitorialità.
CAPITOLO I
Un puzzle
Mi si è affacciato alla mente un puzzle formato da molti tasselli, ciascuno portatore di una diversa sfumatura.
Freud: “La morte del padre è la perdita più decisiva nella vita di un uomo”
Il poeta Caproni rinviene tra le rovine bombardate di piazza Bandiera a Genova una statua di Anchise sofferente che si aggrappa ad Enea che lo trasporta come un fagotto, mentre accanto cammina il piccolo Ascanio. Caproni: “Enea sono io, siamo tutti”.
Crono divorava i suoi nati per paura di perdere il potere e qualcosa di simile fa Laio. Quando Laio decide di sacrificare il figlio Edipo, davvero vuole solo neutralizzare una profezia nefasta?
A un crocevia Edipo uccide uno sconosciuto viandante anziano il cui cammino incrocia casualmente. Quel crocevia si pone fuori dalla civiltà, perché Edipo e Laio si rivelano incapaci di esprimere la propria umanità. Danno invece sfogo a violenza, rabbia, paura, incapaci di incarnare la pietas che contraddistingue l’umanità.
Telemaco subisce la presenza dei Proci che protervamente abitano la sua casa aspettando minacciosi che Penelope scelga uno di loro per marito. Senza l’aiuto e la guida di un padre è inerme. E così parte alla ricerca di Ulisse, ha bisogno che Ulisse ritorni, che torni a fargli da padre. Paradossalmente la sua adultità si manifesta proprio in questa ammissione di bisogno.
Nell’Iliade Ippoloco, padre di Glauco, consegna al figlio in partenza per la guerra l’armatura, dicendogli: “Ricorda di essere sempre il primo e non svergognare la generosa razza dei tuoi avi”. Con questo monito non gli dà solo un’armatura ma un’etica dell’esistenza. E’ con questa duplice consegna che incarna appieno il suo ruolo di padre, affettivo e normativo.
Priamo, canuto, rugoso, tremante di dolore e di paura, osa avvicinare Achille, nemico e uccisore del figlio Ettore, e lo supplica di restituirgliene il corpo. Achille guarda Priamo, la sua canizie, il suo dolore, la sua tristezza e non vede più il nemico, ma il proprio padre Peleo. Riconosce nel dolore di Priamo il dolore di Peleo, il proprio dolore, il dolore del mondo. E piange con lui per la tragicità dell’esistenza, per la fragilità dell’umana stirpe.
Non è dunque solo un legame di sangue che ratifica il ruolo di padre e figlio.
CAPITOLO II
La nascita di un figlio
La nascita di un figlio a volte si colloca in una sala parto, a volte in una stanza d’albergo ai tropici.
Rivedo una salopette di jeans e una maglietta azzurra, una massa di riccioli neri, uno sguardo serioso e un accenno di sorriso. Mi sono inginocchiata per mettermi al suo livello e ho spalancato le braccia.
Rosy gli ha dato una spintarella e il bimbo è venuto a farsi stringere. Questa è stata la prima volta con mio figlio.
E’ entrato nella mia vita in quella stanza d’albergo e non ne è più uscito.
La genesi di un amore comincia molto prima della nascita di un figlio.
Nel desiderio di accoglierlo.
Nel desiderio di farsi accogliere.
Nel fantasticare di come sarà.
Nel lasciarlo essere ciò che è.
Nel lasciarsi vedere per come si è.
Nell’insegnargli a ridere e piangere.
Nel lasciarsi insegnare a ridere e piangere.
Nell’amarlo e nel lasciarsi amare.
Nel farsi sorprendere e nel sorprenderlo.
La nascita di mio nipote è avvenuta in sala parto, ma la genesi del mio amore per lui è cominciata molto prima.