Frammenti di memoria

Un’attivista di Nessuno tocchi Caino che lotta per il superamento del carcere, facendone una ragione di vita, un ex ergastolano ostativo che oggi, dopo avere sperato contro ogni speranza, è stato riconsegnato alla libertà. Sabrina e Roberto si incontrano in un flusso di coscienza senza barriere, confini, diffidenze e asperità. Il racconto del passato di un ex uomo di mafia, la sua nuova coscienza tersa e cristallina, raccolti dallo sguardo di una giovane donna siciliana. Non un omaggio a una curiosità morbosa ma un viaggio in una storia piena di contraddizioni che muta, si evolve, infine imbocca la strada del cambiamento. Tutto scorre come un fiume e non ci si bagna mai nella stessa acqua. La prova che non può esistere una pena senza fine, senza speranza. Che gli uomini non sono condannati a un futuro come ritorno, ma hanno le riserve interiori per riconquistare il loro ritorno al futuro.

Recensione di Mario D’Anna              Per acquistare il libro

 

2 pensieri riguardo “Frammenti di memoria”

  1. Ciao Roberto.
    Penso che non ci poteva essere citazione più appropriata per testimoniare il tuo intimo e introspettivo viaggio di riappropriazione della vita. Esempio e ispiratore anche per gli animi più aridi “La paura bussò alla porta finché il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno”. Complimenti, mi sono davvero emozionato.
    La prefazione di Gioacchino Criaco interpreta magistralmente i dialoghi e le dolorose memorie sempre accompagnate dallo spirito critico e poi commentate dall’altissimo senso di civiltà umanistica di Sabrina Renna, un viaggio in cui calarsi e immedesimarsi anche solo nell’immaginazione.
    Per citare poi il grande Pirandello. Che non vuol essere certo una giustificazione o un’attenuazione, ma una vera denuncia: “Prima di giudicarmi indossa le mie scarpe, vivi le mie paure e le mie incertezze, le mie gioie e le mie risate poi cadi e prova a rialzarti come ho fatto io”. Complimenti Roberto. Non avevo dubbi sulla profondità e la genuinità e la sincera sofferenza nel recuperare quelle dolorosissime memorie scolpite nel tuo cuore. Certo comunque che anche io sono testimone della tua ineguagliabile fatica nello scalare l’Everest. Non dimenticherò mai la tenacia e la forza anche nei momenti più bui che riuscivi a trovare.
    Trovo che anche il titolo sia azzeccato. E tu mi insegni che il titolo è fondamentale per l’intera opera. Penso anche che nelle carceri avrà molto successo.

    1. Carissimo Pasquale,
      l’involucro dei nostri sentimenti è- come il Prof insegna- il sentire.
      La sordità -che ha creato in ognuno di noi la zona di confort- è figlia dei nostri frammenti.
      Ecco! Farsi aiutare nel riconoscerli e ricucirli, ci permette- soggettivamente- di ritrovare la nostra dimensione o forse costruirla.
      Non c’è perfezione più integra è vera dell’uomo. Si, mi arrogo il diritto di dichiarare l’uomo perfetto e non imperfetto!
      I nostri stati d’animo pilotano l’emozione ma durante questi viaggi, l’uomo- come ha fatto Ulisse- ritorna nella propria dimora.
      Non abbiamo mai perso la rotta .
      In verità, spesso, la cestiniamo.
      I complimenti e i commenti, sono carburante per l’inesausti viaggi.
      E tu- personalmente tu- mi hai sempre accompagnato e a volte indirizzato.
      La mia stima per te è sempre più profonda e mai scontata.
      Roberto Cannavò

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