Un evento speciale, 29-06-16

Marcello Portaro

Innanzitutto, ci tengo a ringraziare tutti per questa occasione, per me senza precedenti, attraverso la quale ho la possibilità di rendere partecipi i miei familiari del percorso intrapreso col Gruppo della Trasgressione, in una direzione che in passato a me, e forse a tanti di noi, era ignota, se non addirittura impraticabile e incompatibile per la nostra cultura. In realtà, oggi, questa direzione è per me la più adeguata e soddisfacente che avessi potuto inseguire e praticare.

Oggi qui davanti a me ho mia sorella e mentre leggo questa lettera faccio fatica a incrociare il suo sguardo, senza provare rammarico per quante sofferenze ho portato a lei e a tutti i nostri familiari per una quantità indescrivibile di cose sbagliate fatte fin da quando ero ragazzino, con una progressione talmente negativa da farti chiedere, mia dolce sorella, se valeva la pena di viaggiare da un carcere all’altro per stare vicino a quel tuo unico fratello che lentamente sciupava la sua vita e quella degli altri.

Oggi ho qui anche la mia nipotina e voglio raccontarle una favola. Il protagonista sono io, piccola principessa, che durante il percorso della vita mi sono trovato di fronte a dei bivi che non ho compreso quanto fossero importanti.

Lo zio ha sempre scelto la via più facile e giorno dopo giorno si è ritrovato impantanato in una palude buia e piena di sabbie mobili che lo hanno portato sempre più giù. Il mare aperto era vicino, tuttavia la paura m’impediva di muovere le braccia per nuotare e lasciare quella palude che ormai sembrava la mia casa.

Un giorno vidi passare un veliero con il suo capitano e con tutto ii suo equipaggio. Il veliero aveva un nome molto bizzarro, si chiamava Gruppo della Trasgressione. Ebbene quel capitano dall’aspetto burbero mi tese una mano e col suo linguaggio a volte colorito a volte provocatorio m’invitò a fare un giro. Mi disse che forse le mie gambe, chiuse dal fango, potevano lentamente riprendere a camminare e, collegandosi con dei pensieri nuovi, forse avrebbero imparato a scegliere delle strade, più difficili da percorrere, ma che mi avrebbero riportato da te, bellissima nipotina, e dalla tua mamma e soprattutto non mi avrebbero più portato nella palude buia.

Sai, all’inizio sono salito sulla nave e quel capitano a volte un po’ antipatico cominciava a parlarmi di cose strane, incomprensibili, come il delirio d’onnipotenza, i limiti, l’autorità, fragilità, vulnerabilità, seconda possibilità, e tante altre cose.

Pensa che noia all’inizio! Poi però le varie tematiche cominciarono a fare breccia nella mia mente facendomi riflettere e quelle cose, che sembravano noiose e incomprensibili, mi portavano a farmi tante domande su quanto è bello il piacere della responsabilità e della consapevolezza.

Cominciai a pensare che ognuna di quelle cose che per lo zio erano insignificanti, uniti alla voglia di crescere troppo in fretta quando ero bambino, mi hanno lentamente portato in quella palude buia.

Ma ora sono sul veliero della Trasgressione e ogni approdo che facciamo è una ricchezza in più da condividere con voi. Ciao piccola principessa, ciao dolce e amata sorella. Un giorno approderò da voi. Grazie a tutti.

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Tirocini pre e post laurea

Chi siamo
Il Gruppo della Trasgressione comprende un’associazione e una cooperativa strettamente connesse, entrambe costituite da detenuti, ex-detenuti,  professionisti, studenti universitari e neo laureati.

Nasce dalla decennale esperienza del laboratorio coordinato dal dott. Angelo Aparo nelle carceri di San Vittore, Bollate e Opera e dai principi che da sempre caratterizzano tale attività: scambio fra dentro e fuori, partecipazione alla vita della comunità, lavoro su se stessi, educazione alla legalità, prevenzione di bullismo e tossicodipendenza.

 

La filosofia del gruppo
Il recupero, una reale inclusione, un effettivo superamento della sensazione di marginalità e di estraneità alle regole possono aver luogo solo se ci si sente co-protagonisti di progetti ed esperienze concrete, di attività lavorative, eventi, interazioni utili alla comunità, al suo rinnovamento, alla sua crescita.

É fondamentale che liberi cittadini, imprenditori, professionisti partecipino, insieme con le istituzioni, al recupero e alla valorizzazione di funzioni e ruoli sociali utili, non solo per gli adolescenti, ma anche per i detenuti che, lungo i percorsi della devianza, hanno perso le tracce delle responsabilità del cittadino e del piacere di esercitarle.

 

Storia e attività
Dal 1997 Il Gruppo della Trasgressione lavora sull’esperienza di chi ha commesso pesanti reati e sul sostrato affettivo che, anche nelle persone comuni, può portare a piccole violenze sugli altri e su se stessi. Punti di partenza della nostra ricerca sono l’insoddisfazione che tante volte vivono gli adolescenti nel rapporto con le proprie risorse interiori e con gli adulti, i sentimenti e gli stati d’animo che si accompagnano ai primi reati.

Da quasi 15 anni i detenuti del gruppo possono provare il Piacere della Responsabilità (è il titolo di un nostro convegno), portando il lavoro svolto su se stessi nelle scuole, con particolare attenzione per adolescenti con situazioni familiari problematiche. La collaborazione con gli istituti scolastici permette che detenuti e adolescenti divengano interlocutori critici gli uni degli altri e, allo stesso tempo, attivatori delle rispettive risorse.

Studenti e comuni cittadini possono frequentare i nostri seminari tematici, assistere a convegni, concerti e rappresentazioni teatrali, partecipare attivamente al nostro laboratorio di ricerca dentro e fuori le carceri dove operiamo.

 

La nostra missione
Studiare, progettare e lavorare con chi ha commesso reati
giova all’equilibrio sociale e protegge la salute e il bene pubblico più della separazione garantita dalle mura del carcere
.

Le nostre iniziative puntano pertanto a:

  • far sì che il reo possa interrogarsi sugli stati emotivi che hanno contribuito all’attuazione del reato e che ostacolano il suo rapporto responsabile con la società;
  • promuovere e valorizzare le risorse e le competenze dei componenti del gruppo;
  • coltivare il rapporto dell’individuo con se stesso e con la società;
  • moltiplicare situazioni in cui possa essere esercitata la responsabilità individuale e collettiva;
  • alimentare una rete di relazioni e dinamiche di gruppo atte a favorire nuovi stili di vita e una reale inclusione dell’ex detenuto.

 

La cornice teorica di riferimento
In ambito psicosociale, i due principali autori di riferimento sono Kurt Lewin e Wilfred Bion, con i loro studi sui diversi aspetti sociali e inconsci della vita collettiva e sulle dinamiche di gruppo.

Dal punto di vista psicodinamico il Gruppo della Trasgressione fa esplicito riferimento a Sigmund Freud, William Fairbairn e, soprattutto, a Donald Winnicott e ad alcuni dei suoi concetti cardine: il falso sé, l’oggetto feticcio, l’oggetto e gli spazi transizionali; il rapporto fra illusione e disillusione e i molteplici possibili sviluppi di questa dialettica nel divenire delle relazioni e nell’esercizio della creatività personale e di gruppo.

 

L’utenza
Le iniziative del Gruppo della trasgressione sono rivolte principalmente a:

  • persone che hanno commesso reati (detenuti ed ex-detenuti), in un’ottica di recupero, reinserimento e prevenzione delle recidive;
  • studenti delle scuole superiori che stanno attraversando il difficile passaggio dell’adolescenza, in un’ottica di prevenzione al bullismo e alle dipendenze da droga, alcol, gioco;
  • tirocinanti pre e post laurea.

 

Composizione dei gruppi
Ogni gruppo è composto da circa 18-25 persone di cui fanno parte detenuti, ex-detenuti, studenti universitari, professionisti e liberi cittadini. Tutti i gruppi sono coordinati dal dott. Angelo Aparo, psicoterapeuta, consulente psicologo per l’ASST Milano, ex esperto in psicologia del Ministero della Giustizia, ex docente a contratto di psicologia della devianza, che si avvale dell’aiuto di altri psicologi formatesi al Gruppo della Trasgressione nel corso degli anni.

 

Sedi e Tempi
I gruppi si tengono all’interno e all’esterno del carcere in giornate e orari fissi. Il tirocinante viene invitato a scegliere uno o più gruppi, a seguirne con costanza gli sviluppi, a prendere attivamente parte alle diverse iniziative:

  • Martedì, Via Donizetti 8/4, Milano – Sede Libera, 14:00-17:00
  • Mercoledì, Carcere di Opera, Alta Sicurezza, 9:30-12:15
  • Mercoledì, Carcere di Opera, Media Sicur., 12:30-15:15
  • Giovedì, Carcere di Bollate, 14:30-17:30 
  • Venerdì, Carcere di San Vittore, 13:00-15:30

 

Metodi, strumenti per tirocinanti e non
Per tutti i gruppi, sono strumenti di lavoro le nostre attività quotidiane:

  • confronto costante fra i componenti del gruppo, studenti e detenuti;
  • frequente presenza di ospiti (liberi professionisti, docenti universitari, artisti);
  • seminari e convegni, interni ed esterni ai due istituti carcerari, spesso con la partecipazione di professionisti di diversi ambiti disciplinari (giuristi, psicologi, medici, docenti di letteratura e di storia dell’arte, filosofi, teologi);
  • incontri con adolescenti di scuole medie inferiori e superiori volti alla prevenzione del bullismo, della tossicodipendenza, della ludopatia;
  • scritti personali che vengono poi pubblicati su trasgressione.net e su vocidalponte.it

 

Tutti i gruppi lavorano in sinergia su progetti e temi inerenti gli obiettivi sopra descritti, scelti periodicamente sulla base delle collaborazioni con professionisti ed enti esterni al gruppo (cooperative sociali, ospedali, scuole, teatri, università):

  • i progetti, che si ripetono nel corso degli anni, comprendono interventi nelle scuole, laboratori di teatro e di psicodramma, convegni, corsi della Croce Rossa Italiana, attività come la bancarella di Frutta & Cultura e il restauro;
  • i temi su cui il Gruppo della Trasgressione ha lavorato nel corso degli anni sono moltissimi, i più ricorrenti riguardano il rapporto genitori figli, il rapporto con l’autorità, la funzione della pena e della punizione, il bullismo, il rapporto vittima-carnefice e così via;
  • i temi vengono prima affrontati dai singoli gruppi (Opera, Bollate, gruppo esterno) e poi presentati nei convegni aperti ai cittadini da una selezione dei componenti dei diversi gruppi.

 

Monitoraggio da parte del tutor e linee guida per il tirocinante
Durante le attività dell’associazione, il tirocinante non è un osservatore, ma collabora costantemente con i detenuti, con i componenti anziani del gruppo e con il tutor. I tirocinanti sono tenuti a prendere visione delle nostre diverse iniziative e a scegliere quelle dove investire il proprio tempo (il teatro di Sisifo, gli incontri con le scuole, I progetti di restauro col FAI, i Corsi della Croce Rossa Italiana, la preparazione dei convegni, la parte culturale della nostra bancarella di Frutta & Cultura).

Il tirocinante è inoltre tenuto ad avere una visione dell’intera attività, a documentarne mese dopo mese l’evoluzione e a evidenziare i propri contributi alle aree di attività scelte. Il raggiungimento degli obiettivi prefissati avviene principalmente grazie a:

  • l’affiancamento al tutor nel suo lavoro, con progressiva autonomizzazione (osservatore silente, osservatore partecipante, co-conduttore);
  • i momenti cadenzati di confronto con il tutor per la programmazione delle attività e per la discussione di aspetti di particolare interesse deontologico e professionale.

In particolare il tutor, presente a tutti i gruppi in qualità di coordinatore, si accerterà che il tirocinante:

  • partecipi in modo continuativo ai gruppi preventivamente concordati;
  • stili i verbali degli incontri;
  • sviluppi proprie osservazioni scritte sul metodo di conduzione dei gruppi;
  • produca interventi e scritti personali;
  • sviluppi utili interazioni con gli altri componenti del gruppo;
  • partecipi alle attività concrete scelte in precedenza;
  • concluda la propria esperienza con una relazione finale sulle attività svolte.

Per avviare il tirocinio:

  • Alessandra Messa, ‭342 8937330‬, ‭alessandramessa9@gmail.com,
  • Gruppo della Trasgressione, trasgressione.net@gmail.com,
  • presentarsi in Via Donizetti 8/4, Milano, il martedì, ore 14:00

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Relazione di tirocinio

L’ESPERIENZA FORMATIVA PRESSO “ASSOCIAZIONE TRASGRESSIONE.NET”

Michela Arrara, Matricola: 749697
Corso di studio: PCSN (D.M. 270/04)
Tipo di attività: Stage curricolare esterno
Periodo: dal 22/04/2016 al 31/05/2016

 


Caratteristiche generali dell’attività svolta: istituzione/organizzazione o unità operativa in cui si svolge l’attività, ambito operativo, approccio teorico/pratico di riferimento

Ho svolto l’attività di tirocinio presso l’associazione trasgressione.net., associazione nata dall’esperienza del dottor Aparo nelle carceri di San Vittore, Opera e Bollate e costituita da un gruppo comprendente detenuti, ex-detenuti, studenti universitari, neo-laureati e professionisti. Ho svolto il mio tirocinio partecipando agli incontri del gruppo presso la sede ATS Milano di Corso Italia 52 e presso il carcere di Bollate, partecipando alle attività culturali del gruppo e agli incontri con le scuole.

L’attività della associazione trasgressione.net si basa su una serie di principi, che caratterizzano tutte le attività svolte: confronto e interazione tra dentro e fuori, restituzione della responsabilità individuale, reinserimento nella vita comunitaria, prevenzione al bullismo e alla tossicodipendenza, educazione alla legalità.

 

Descrizione dettagliata del tipo di ruolo e mansioni svolte

Il tirocinio è stato svolto partecipando agli incontri del Gruppo della Trasgressione, dove ho potuto mettermi in gioco direttamente e riflettere in modo critico rispetto ad alcune tematiche. In particolare, in vista di un convegno sulla tossicodipendenza che avrà luogo a metà giugno, ho approfondito questo tema, tramite riflessioni e ricerche ma soprattutto, tramite il confronto con i detenuti all’interno dei diversi gruppi. Inoltre, mi è stato permesso di partecipare agli incontri con due scuole (Scuola media di Buccinasco e Istituto professionale Bertarelli di Milano) e di assistere a diverse iniziative culturali portate avanti dai componenti del gruppo.

 

Attività concrete/metodi/strumenti adottati

L’attività dell’associazione trasgressione.net utilizza come principale strumento il gruppo in sé. Il Gruppo della Trasgressione può, infatti, essere visto come una palestra in cui studenti e detenuti possono esercitarsi e fare pratica nella comunicazione, nell’instaurare relazioni, nell’assunzione di responsabilità e nel creare un ponte tra mondo interno al carcere e mondo esterno. Il detenuto può inoltre beneficiare del senso di appartenenza che si sviluppa all’interno del gruppo e del riconoscimento di ciò che esprime e di se stesso come persona. Il coinvolgimento paritetico di tutti i partecipanti, con i propri vissuti e le proprie esperienze, permette un percorso di crescita ed evoluzione e permette di instaurare un rapporto che non risenta delle differenze di condizioni. L’attività di confronto e discussione all’interno del gruppo è accompagnata dall’uso di scritti, in cui i partecipanti al gruppo rielaborano concetti trattati negli incontri ed esplorano i loro vissuti, spesso creando un collegamento con la propria esperienza di vita.

Durante il mio tirocinio, si è esplorato in particolare il tema della tossicodipendenza, tema che si è rivelato molto complesso e oscuro. All’interno del gruppo questa tematica è stata affrontata in modo non convenzionale, non basandosi su ciò che viene scritto in letteratura, ma tramite il confronto, le curiosità, i diversi punti di vista di studenti e detenuti, arrivando così a toccare aspetti che non avevo mai pensato potessero essere inerenti alla tossicodipendenza. E’ stato inoltre usato negli ultimi incontri, in vista del convegno, lo strumento del role-playing, in cui detenuti e studenti hanno provato a rappresentare un possibile scambio tra due tossicodipendenti, tra tossicodipendente e spacciatore e tra tossicodipendente e psicologo.

Lo scambio tra studenti e detenuti durante gli incontri del Gruppo della Trasgressione con le scuole si basa sugli stessi principi che guidano gli appuntamenti del Gruppo della Trasgressione. Entrambi i partecipanti si rivelano utili per l’evoluzione dell’altro: i detenuti, tramite il racconto dei propri errori e del proprio percorso di riabilitazione, permettono agli studenti di esplorare i propri conflitti interni, le proprie fragilità e le proprie risorse, favorendone il percorso evolutivo; a loro volta, gli studenti con il loro ascolto attivo e la loro curiosità, aiutano i detenuti a riappropriarsi della loro identità di adulti responsabili, mentre forniscono una testimonianza sincera e credibile del loro percorso.

Il Gruppo della Trasgressione ha uno sguardo verso l’esterno. Tramite la messa in campo di eventi, opere teatrali, concerti aperti al pubblico e tramite esperienze concrete e attività lavorative utili per la comunità, si permette di conoscere il detenuto e la sua evoluzione, di superare la sensazione di marginalità vissuta dal detenuto e di favorire una reale inclusione.

 

Presenza di un coordinatore/supervisore e modalità di verifica/valutazione delle attività svolte

Il gruppo è coordinato dal Dottor Aparo, che è il tutor del mio tirocinio. E’ stato molto importante incontrare una persona come lui, in quanto mi ha permesso di osservare e apprezzare un modo di essere psicologo diverso da come me l’ero immaginata, un modo innovativo e originale ai miei occhi. Sono infatti rimasta piacevolmente colpita dal suo modo schietto e sincero di instaurare la relazione con i detenuti e gli studenti. La valutazione, da parte del dottore, avveniva quotidianamente con un rimando immediato dopo ogni intervento o non intervento durante gli incontri. Non è stato infatti facile intervenire all’interno del gruppo, spesso per la paura di dire cose scontate o sciocche, ma il dottor Aparo ha sempre cercato di coinvolgermi e spronarmi a intervenire, comprendendo la mia timidezza debilitante e le mie insicurezze e cercando di farmi sfruttare l’occasione di crescita personale e professionale di questa esperienza formativa.

 

Conoscenze acquisite (generali, professionali, di processo, organizzative)

Il tirocinio con il Gruppo della Trasgressione mi ha permesso di approcciarmi ad una realtà che da sempre mi ha incuriosito e di aderirvi con tutta mia stessa. Il punto di forza di questo tirocinio credo sia proprio la partecipazione attiva dello studente, che in questo modo ha l’opportunità di responsabilizzarsi e assumere un ruolo propositivo e intraprendente. Gli incontri con il gruppo esterno (in ATS) e con il gruppo del carcere di Bollate mi hanno dato modo di iniziare a conoscere gli aspetti più burocratici e tecnici della realtà carceraria, ma nel contempo di conoscere il detenuto come persona, con la sua esperienza di vita, le sue fragilità e le sue risorse. Ho anche avuto modo di vedere, comprendere e apprendere come avviene il lavoro sul territorio e con le istituzioni.

Sono contenta che il Gruppo abbia portato la sua opera teatrale “Il mito di Sisifo” nella mia città, grazie alla collaborazione tra il Gruppo e il Comune. Grazie al convegno, ho potuto esplorare e conoscere maggiormente la tematica della tossicodipendenza, verso cui nutro un interesse attivo e che non avevo ancora approfondito nel mio percorso di studi. Il tema è stato affrontato esplorando ogni sua sfaccettatura tramite le domande e gli spunti del Dottor Aparo, le esperienze dei detenuti e le riflessioni degli studenti. Si è riflettuto insieme su come si potesse definire la tossicodipendenza, sulle configurazioni che più facilmente sono associate alla genesi del disturbo, sull’identità del tossicodipendente, su come la tossicodipendenza incida nella relazione con gli altri e sugli elementi che possono prevenire una ricaduta.

Ho sviluppato progressivamente una conoscenza approfondita di questa problematica, acquisendo una visione sempre più a 360°, che possa essere in grado di tener conto di tanti aspetti, spesso in contraddizione tra loro. Pur non reputando di avere una conoscenza completa rispetto all’argomento, posso dirmi sicura che la partecipazione al gruppo ha ampliato i miei pensieri e le mie idee a riguardo e che ciò possa essere punto di partenza per accrescere ulteriormente il mio bagaglio di conoscenze su questa complessa realtà.

 

Abilità acquisite (tecniche, operative, trasversali)

Le abilità acquisite in questo tirocinio sono strettamente intrecciate con il modo di lavorare del Gruppo della Trasgressione. Ho innanzitutto appreso come avviene il lavoro di gruppo e gli elementi essenziali su cui si basa: il rispetto per il pensiero dell’altro, l’importanza di un ascolto attivo, il rispetto dei turni, l’essere e il mostrarsi interessati e la partecipazione attiva. Su questo ultimo punto, sono certa di dover lavorare ancora molto perché non sempre è stato facile per me, prendere parola e dare opinioni su temi di cui spesso non avevo esperienza diretta. L’ansia di fare brutta figura ha spesso avuto la meglio, impedendomi di esprimere il mio pensiero rispetto diverse tematiche.

La partecipazione al gruppo mi ha permesso inoltre di sviluppare la mia capacità di osservazione rispetto a ciò che si verifica durante gli incontri e di sviluppare un pensiero critico rispetto agli argomenti trattati.

 

Caratteristiche personali sviluppate

Oltre alle suddette abilità e conoscenze acquisite, ho migliorato alcune caratteristiche personali. Grazie al contatto con i detenuti e gli altri studenti, ho migliorato la capacità di ascolto e di empatia, senza trascurare il riconoscimento del mio coinvolgimento emotivo nelle diverse situazioni. In molte situazioni, ascoltando i trascorsi, le storie di vita, le parole di alcuni membri del gruppo ho dovuto scontrami con la mia fragilità e le mie troppe domande, i racconti mi entravano dentro e spesso mi facevano sentire a pezzi. In più occasioni, sono uscita dell’incontro del gruppo scossa e “persa” e ho imparato a prendermi del tempo per ascoltarmi, ascoltare ciò che avevano provocato in me alcune parole e lasciargli spazio. Ho imparato, grazie al gruppo, a non soffocare le emozioni, ma ad ascoltare il dolore, mio e degli altri.

 

Altre eventuali considerazioni personali

Questa esperienza non è stata semplice sotto molto punti di vista, spesso mi sono sentita inadeguata. Non è semplice essere “buttati dentro” a un gruppo di persone di cui non conosci praticamente nulla e dover esprimere e ragionare insieme su tematiche molto intense. Ci vuole tempo per trovare il proprio posto all’interno del gruppo, forse non l’ho ancora trovato, ma certamente nel corso degli incontri, caratterizzati da libertà e sincerità di espressione, mi sono sentita più partecipe e più vicina a tutti gli altri componenti. Sono certa di poter affermare che consiglierei questo gruppo a tutti gli studenti, perché è un luogo in cui è possibile affrontare tematiche che non si affrontano da nessuna parte e formarsi “sul campo”. Come spesso si afferma all’interno del gruppo: lavorare, riflettere e studiare con i detenuti è più utile che studiarli dall’esterno…e io sotto questa affermazione ci metto la firma !

Michela Arrara
Abbiategrasso, 13/06/2016

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Il sorriso perduto

Maurizio Giuseppe Piseddu

L’altro giorno camminando per strada
ho trovato per terra un sorriso
e ho pensato che forse qualcuno
l’avesse lasciato cadere.

L’ho raccolto e ho deciso di darlo
a qualcuno che l’avesse smarrito.
D’improvviso vidi arrivare
una donna truccata, elegante

Ma… qualcosa le mancava sul viso
forse, era proprio il sorriso…
La fermai… e le chiesi:
Signora… per caso le manca qualcosa?

Screanzato e villano che è
a fermare una nobile donna
che di certo non pensa ‘stè cose
e nemmeno a uno che osa!

Disturbare persone perbene
è senz’altro un gran disonore
per cui, smetta di chiedere cose
e mi lasci… che ho tanto da fare!

Maltrattato e un tantino anche offeso
pensai di buttar via quel sorriso,
ma ascoltando la mia voce interiore
lo serbai per un’altra occasione.

Quasi che fossi stato ascoltato,
vidi lesto arrivare un ragazzo
che gioioso abbracciava una tipa
come se… fosse il suo fidanzato.

Chiesi loro se potevo mostrare
quel che in tasca avevo serbato
ma le facce stupite dei due
eran quelle… di chi ha altro da fare.

Sconsolato e pien di rancore
maledivo chiunque incontravo
fino a quando non vidi arrivare
un bambino solo… e piangente.

Lo fermai e gli chiesi il motivo
di cotanta tristezza infinita
Ma… rispose con lacrime amare
come se… non avesse più vita.

Mi commossi a vedere il suo viso
sconsolato e rigato dal pianto
carezzai la sua testa piegata
e dolcemente lo invitai a raccontare

Oh, mio giovane e triste bambino,
io non so cosa c’è che ti affligge
ma di certo… parlandone insieme
cambierà quel che sembra un destino.

Come mai tu procedi da solo
e non sei insieme a qualcuno
che ti segua nelle tue esplorazioni
e ti protegga su questo cammino?

Vorrei tanto poterti aiutare
e portarti dai tuoi genitori
che chissà quale grande spavento
stan provando per il loro piccino.

C’è una cosa che ti voglio donare
e che presto potrai utilizzare…
ecco… guarda… è un grande sorriso
che ridipinga il tuo bellissimo viso.

Tieni a mente questo grande segreto…
“Che la vita è una lunga avventura
e che vince soltanto colui
che sorride senza alcuna paura! ”

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