Tra Sisifo e la bancarella

TIROCINIO PRE LAUREA PRESSO “ASSOCIAZIONE TRASGRESSIONE.NET”

Francesca Riva, Matricola:  833155
Corso di studio: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE
Tipo di attività: Stage  esterno
Periodo: dal 09/1/2018 al 02/01/2019

 


Caratteristiche generali dell’attività svolta

L’associazione Trasgressione.net opera da diversi anni negli istituti penitenziari milanesi di San Vittore, Opera e Bollate attraverso il Gruppo della Trasgressione. Si tratta di un progetto culturale e rieducativo il cui obiettivo è quello di favorire il dialogo e la collaborazione tra cittadini e detenuti che dia avvio ad un percorso di maturazione personale e garantisca un reinserimento funzionale in società dei detenuti.

 

Descrizione dettagliata del tipo di ruolo e mansioni svolte

Ho svolto l’attività di stage partecipando regolarmente agli incontri del Gruppo della Trasgressione, coordinati dal dottor Angelo Aparo, e ai numerosi eventi organizzati dall’Associazione Trasgressione.net. Parte degli incontri a cui ho presenziato si sono tenuti nella sede di Libera di via Donizetti 8/4, in cui ho avuto la possibilità di discutere approfonditamente temi diversi con i componenti del gruppo, che è costituito da detenuti, ex detenuti, familiari di vittime, professionisti e studenti.

Tale composizione ha permesso di indagare in profondità aspetti complicati relativi ad argomenti diversi, quali la punizione  il suo valore educativo, la reclusione dei corpi, la banalità e la complessità del male, la responsabilità, il ruolo delle istituzioni nella società e i fattori che inducono a sviluppare una percezione di vicinanza o di distanza fra queste ultime e il cittadino e molti altri.

I restanti incontri hanno invece avuto luogo nelle carceri di Opera e Bollate, in cui ho potuto collaborare con i detenuti, dialogando con loro in modo autentico e senza filtri, ascoltando la loro storia e il difficile percorso introspettivo volto alla conoscenza di sé stessi e al disvelamento delle proprie fragilità.

Ed ecco che, cominciando a considerare la propria umanità e le proprie debolezze, e imparando a riconoscere il proprio delirio di onnipotenza, il detenuto, sebbene recluso, comincia ad assaporare la libertà, la sensazione di potersi evolvere. Viene così smascherata l’illusoria sensazione di poter vivere da solo e sostituita dalla volontà di coltivare la coscienza del dolore proprio e altrui e delle proprie responsabilità.

Ad ogni incontro sono stata invitata a partecipare attivamente alle discussioni e a provare a fornire i miei contributi, sono stata coinvolta nell’organizzazione logistica di numerosi convegni ed eventi, e in diverse occasioni ho aiutato i detenuti nella vendita promossa dalla cooperativa Trasgressione.net presso la bancarella “Frutta & Cultura” al mercato di viale Papiniano e a Peschiera Borromeo.

 

Attività concrete/metodi/strumenti adottati

Numerosissime sono le iniziative promosse dall’Associazione. Tra le giornate che più mi hanno colpita c’è sicuramente quella del 10 novembre, durante la quale si è svolta la Partita a bordo campo a Bollate. L’evento ha avuto come tema centrale la punizione. È iniziato con una partita di calcio che ha visto sfidarsi squadre composte da detenuti, guardie e magistrati a cui è seguito un momento di discussione.

Il 19 novembre, a Opera, ho invece avuto la possibilità di partecipare alla giornata dedicata al rapporto tra genitori detenuti e figli. Le canzoni di Domenico Fiumanò Violi hanno accompagnato una serie di riflessioni sulla comunicazione difficile che caratterizza questo rapporto, su quanto tale comunicazione possa incidere sulla percezione che i figli avranno delle istituzioni e su quanto la comunicazione fra genitori e figli, quando manca la consapevolezza della propria responsabilità da parte del genitore, possa contribuire a far crescere futuri cittadini arrabbiati e sfiduciati. La presenza delle famiglie dei detenuti all’evento e la loro partecipazione attiva hanno reso l’iniziativa particolarmente coinvolgente ed emozionante.

Il 21 novembre sera ho assistito alla rappresentazione teatrale del mito di Sisifo, rivisitato dal dottor Aparo per riflettere sulle ragioni della devianza. La reinterpretazione del mito ha permesso di chiarire alcuni punti fondamentali nella vita del delinquente, come il conflitto con l’autorità e l’arroganza. Sisifo, personaggio protagonista, reagisce alla propria condizione di impotenza e sottomissione vaneggiando e ricattando gli dei, così come il delinquente risponde alla propria condizione di debolezza decidendo di farsi giustizia da solo.

L’esperienza di Sisifo può essere collegata a quella dell’adolescente che crescendo ha bisogno di credere nell’adulto per non cedere all’arroganza. Se dunque la crescita non viene accompagnata da una situazione familiare tollerante e da figure di riferimento credibili, l’arroganza si impone in quanto simulazione della fiducia in sé stesso per l’adolescente. L’arroganza si configura perciò come il nucleo portante alla base del comportamento deviante, uno stato emotivo cui si giunge in conseguenza di fattori in parte soggettivi e in parte situazionali e del bisogno del bambino di dare una risposta alle proprie difficoltà. Il senso di abbandono che a volte vive l’adolescente lo induce a non avere più fiducia in nessuno e a odiare chi avrebbe dovuto occuparsi di lui.

Lo studio dell’arroganza non ha come scopo la giustificazione di chi ha commesso un reato, ma la ricerca e l’individuazione delle premesse emotive che hanno facilitato la persona a violare le normali regole di convivenza. Allo spettacolo sono seguiti interventi relativi all’individuazione dei possibili elementi capaci di portare una persona a cambiare traiettoria. È infatti importante riflettere sul fatto che sono i progetti e l’azione a cambiare la vita della persona, non la punizione. Non è la reclusione a portare il detenuto all’emancipazione e alla partecipazione sociale, ma  il lavoro che promuove la consapevolezza di sé e la maturazione del senso di colpa.

 

Presenza di un coordinatore/supervisore e modalità di verifica/valutazione delle attività svolte

A ogni incontro a cui ho preso parte era presente il dottor Angelo Aparo, coordinatore del Gruppo della Trasgressione, il quale, nel corso del mio periodo di stage, ha proposto temi di discussione sempre nuovi e ne ha guidato l’analisi. Le sue richieste di intervento e di partecipazione alle riflessioni in gruppo mi hanno spinta a rimanere sempre aggiornata sui nuovi contenuti che emergevano al tavolo e a prendere appunti  sugli argomenti trattati.

 

Conoscenze e abilità acquisite 

Questa esperienza mi ha permesso di entrare in contatto con un mondo poco conosciuto, quello carcerario, e attraverso di esso di acquisire delle conoscenze sulle condizioni soggettive e contestuali che possono facilitare comportamenti devianti. Il confronto continuo con autori di reato mi ha portata a sviluppare uno sguardo curioso ed un pensiero critico, e mi ha aiutata a comprendere meglio concetti che prima avevo appreso solo dal punto di vista teorico a lezione in università.

 

Caratteristiche personali sviluppate

Il Gruppo della Trasgressione mi ha resa una persona più consapevole, sia delle mie debolezze che delle mie qualità. Le competenze professionali e umane del dottor Aparo hanno portato alla luce alcuni aspetti del mio carattere anche a me sconosciuti e hanno individuato e tentato di sviluppare le mie potenzialità. Grazie a questa esperienza ho iniziato a pormi degli interrogativi sul mio futuro, non solo professionale, e sulla persona che voglio e vorrò essere. Sentirmi parte integrante del Gruppo della Trasgressione ha contribuito a integrare la rappresentazione che ho di me stessa, mettendo in dubbio alcune mie forti convinzioni e rendendomi ancora più sicura di certe altre.

 

Altre eventuali considerazioni personali

Tra le riflessioni principali che ho potuto sviluppare in seguito a questa esperienza, una è  che il carcere deve essere trasformato e la pena detentiva rimodulata da processi che le conferiscano senso e speranza, elementi fondamentali per chi, dopo aver contribuito al degrado sociale, ha scelto di acquisire la cultura del lavoro e della legalità. La strada per la libertà passa infatti attraverso l’inclusione, la formazione e il lavoro, non a caso principi cardine del progetto sostenuto dal Gruppo della Trasgressione.

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Relazione di Tirocinio

TIROCINIO PRE LAUREA PRESSO “ASSOCIAZIONE TRASGRESSIONE.NET”

Giulia Pedroni, Matricola:  828482
Corso di studio: SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE
Tipo di attività: Stage curricolare esterno
Periodo: dal 09/09/2019 al 21/11/2019

 


Caratteristiche generali dell’attività svolta: istituzione/organizzazione o unità operativa in cui si svolge l’attività, ambito operativo, approccio teorico/pratico di riferimento

Il gruppo della trasgressione è un’associazione che opera all’interno degli istituti penitenziari di Milano (Opera, Bollate e San Vittore). Il gruppo è guidato dal Dott. Angelo Aparo, psicologo e psicoterapeuta con alle spalle un’esperienza di 40 anni all’interno delle carceri. L’obiettivo, grazie alla collaborazione di detenuti, volontari e studenti universitari, è di avvicinare la realtà penitenziaria con quella della società civile, in modo tale da abbattere il muro, non solo fisico, che le divide. Durante gli incontri, che avvengono settimanalmente in ogni struttura, vengono affrontati temi diversificati, come il contrasto tra la banalità e la complessità del male oppure il rapporto tra genitore detenuto e figlio. Il gruppo organizza, inoltre, convegni, seminari, concerti e rappresentazioni teatrali che vedono la partecipazione dei detenuti e degli studenti. Il gruppo della trasgressione permette al detenuto di “cercare l’uomo che è in lui e aiutarlo a svilupparsi” in modo da poter prevedere un corretto reinserimento nella società civile, non più come un soggetto deviante, bensì come membro effettivo in grado di dare un contributo utile grazie alla consapevolezza e alla responsabilizzazione maturate nel corso degli anni.

 

Descrizione dettagliata del tipo di ruolo e mansioni svolte

In quanto tirocinante ho partecipato attivamente a tutti gli incontri “fissi” del gruppo (Martedì presso la sede di Libera, Mercoledì presso il carcere di opera e il Giovedì presso il carcere di Bollate) ed agli eventi organizzati, come per esempio il convegno della “Partita a bordo campo”. Il mio ruolo consisteva nell’osservare criticamente le dinamiche del gruppo e gli interventi dello psicologo/coordinatore, oltre che nel partecipare attivamente con riflessioni e pensieri personali sulle tematiche discusse; dovevo mantenermi aggiornata sui diversi eventi organizzati dal gruppo e prendere appunti sui temi trattati e sulle eventuali organizzazioni degli eventi.

 

Attività concrete/metodi/strumenti adottati

Una volta a settimana il gruppo si incontra in ogni struttura coinvolta e in una sede esterna. Come ho accennato precedentemente, durante i suddetti incontri si apre un confronto tra varie realtà e prendono avvio diversi spunti di riflessione. Talvolta si discute su alcune letture, altre volte sono gli stessi detenuti a scrivere e leggere i loro elaborati. L’associazione propone numerose attività volte a rendere i detenuti consapevoli e in grado di dare un contributo alla società. Nella mia esperienza presso il Gruppo della Trasgressione ho partecipato a:

  • L’evento “Mangem in strada” dove detenuti e membri del gruppo cucinavano per i civili in una fiera di paese (Peschiera Borromeo)
  • Il convegno della “Partita a Bordo campo”, tre giorni di convegno, tra il carcere di Bollate, Opera e il Palazzo di Giustizia di Milano, dove il tema principale era la punizione.
  • La rappresentazione teatrale del “Mito di Sisifo”, presso il Teatro Ariberto (Milano)

 

Presenza di un coordinatore/supervisore e
modalità di verifica/valutazione delle attività svolte

Il coordinatore era presente a tutti gli incontri e a tutti gli eventi organizzati e aveva un rapporto diretto con tutti i tirocinanti. Il suo intento era quello di stimolarci nell’elaborare una nuova visione nei confronti della realtà carceraria, richiedendo una partecipazione attiva e talvolta facendoci scrivere elaborati.

 

Conoscenze acquisite (generali, professionali, di processo, organizzative)

Tale esperienza mi ha introdotto alla scoperta dell’ambiente carcerario, che prima immaginavo in tutt’altro modo. Ho acquisito, seppur in modo poco approfondito, conoscenze a livello burocratico, legale e delle dinamiche interne al carcere. Inoltre durante gli incontri, con gli interventi del dott. Aparo, ho potuto riprendere concetti studiati precedentemente e vederli applicati sull’analisi del comportamento “normale” e deviante.

 

Caratteristiche personali sviluppate

La partecipazione agli incontri del gruppo mi ha permesso di sviluppare una maggiore capacità di confronto e espositiva e di affrontare determinate situazioni con professionalità. Inoltre è emersa la capacità di saper regolare le emozioni di fronte a racconti di situazioni particolarmente disagiate e in situazioni difficili. È necessario trovare un giusto equilibrio che solo con l’esperienza è possibile raggiungere.

 

Altre considerazioni personali

Grazie a questa esperienza di tirocinio è stato possibile avvicinarmi ad una realtà che vedevo come qualcosa di estraneo e lontano a me. Credo che sia proprio questo ad avermi aperto un mondo di riflessioni riguardo alla devianza e alle persone detenute presso le carceri e ad aver maturato un approccio differente che vede la volontà di poter permettere un percorso riabilitativo psicologico e sociale ai detenuti.

Milano, 26/11/2019

 

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