La mia costellazione

Alzo lo sguardo verso il cielo e non scorgo più la luminosità del firmamento.

Un freddo mi assale, la tenebra mi avvolge, come un serpente stringe la preda tra le sue spirali, bloccandomi il respiro.

Mi giro a dare uno sguardo indietro, vedo i miei figli allontanarsi sempre di più, comincio a dimenticare il calore dei loro abbracci, il profumo della loro pelle, inizio a vedere ombre sui loro visi.

Come gli animali vengo chiuso, il mio corpo si ribella alla mia mente che cerca di dominarlo, scalpita come un cavallo selvaggio che non vuole essere montato.

Faccio a pugni con me stesso, fino a quando nel buio della notte il mio infinito inizia ad illuminarsi e una voce mi sussurra: “solo tu puoi riempire di stelle il tuo infinito”.

Nella mia mente i pensieri scorrono come un fiume in piena. Come posso riempire il mio infinito?

Chiudo gli occhi, inizio a guardarmi dentro immaginando una tela con pennelli e colori, inizio a disegnare tre stelle lucenti nel mio firmamento, do loro il nome di famiglia; riguardo la tela, con due pennellate disegno una grande costellazione seguita da tante meteore vaganti.

È il gruppo dal quale prendo e al quale do il mio contributo. Alle volte abbiamo la soluzione sotto i nostri occhi, è così vicina e noi continuiamo a cercarla in posti sbagliati.

Salvatore Luci

L’infinito senza stelle