Stava sul podio

Stava sul podio come
un dio onnipotente
con sguardo duro ma
non lungimirante.

Pensava al domani ma
non al futuro e niente
e nessuno gli faceva
paura.

La sua corazza
non era la forza si circondava
di ceffi e cafoni.

Il suo carisma non dimorava
nel cuore era tutta
apparenza e niente sostanza.

Un pallone gonfiato di
boria inetta.

Dentro sé stesso un
castello di carta.

Un pusillamine senza
virtù cantava le gesta
di eroi del passato che
come fantasmi vedeva
la notte.

Di giorno vantava potere
e ricchezza con l’arroganza
di chi sa già tutto.

Altero e superbo oltre
misura si guarda allo specchio
con supponenza.

Il riflesso rimandava l’ego
di un misero uomo mortale.

Francesco Musitano

I sentieri dell’arroganza