Il bivio

D’un tratto il mio viso arrossì
Il cuore a dismisura colpiva lo sterno
Dove il battito tambureggiava
Un’ansia preoccupante

Scelsi il facile
Lasciando il difficile
E mi ritrovai prigioniero
Di una vita non mia

Dopo decenni mi accorsi
Che la fatica della scelta
Avrebbe più premiato il difficile

Come un viaggio a ritroso
Donerei l’anima per ritrovarmi
In piedi, paonazzo
Al posto del cuore un tamburo
Davanti alla scelta
Due strade
Due destini

Piango
Ma con decisione sceglierei
Il difficile modo di vivere

Oggi mi ritrovo
Colpito dalle corde di una chitarra
Che suona
La melodia della rivalsa

Marcello Cicconi

Percorsi della devianzaPoesie

Libertà mia

Da bambino ne avevo in quantità
Eri mia libertà, tutta mia
Mi facevi compagnia
Mi davi allegria

Quant’eri bella libertà mia
Ero sicuro che nessuno ti avrebbe mai portato via
Se non la superficialità e l’incoscienza mia

E quanto bene ti ho voluto libertà mia
Siamo stati proprio bene insieme
Ne abbiam passate di crude e di cotte
Ne abbiam prese di botte

E ad ogni caduta seguiva sempre,
Un bel “chi se ne fotte”.

Ora sono cresciuto, libertà mia
E sì, son quasi cinquanta
Ora entra il sole a quadri nella mia stanza
E non sento più la tua voce che canta

Solo ora so apprezzarti
E pensa un po’, saprei anche amarti
Ma ti ho deluso amica mia
E te ne sei andata via.

Ed ora col cuore in mano
Vorrei dirti solo una cosa
A presto libertà mia,
ti amo

Massimo Saponaro

Poesie

Come fiori di loto

Tutto è scuro e melmoso
viscido e nauseante

Come tutti i giorni che
si trascorrono in questo
Maledetto posto.

Anche quelli più luminosi
qui sono bui e tristi
Quelli più caldi poi diventano
freddi.
Manca l’aria e si respira
a  fatica

Annaspando si cerca di
Rimanere vivi
anche se ogni istante sa di
Morte.

Ma come per i fiori di loto,
che nascono nel fango, accade
qualcosa di straordinario.

Si può rinascere dal profondo, dal buio
Ecco sorgere la luce del sole ed il fiore
di loto si apre e finalmente può sbocciare.

Ed il buio diventa luce,
Luce che illumina
Luce che scalda
Luce che riflette
Luce che … perdona

Vincenzo Calcagnile

Poesie

Dedicato al detenuto Vito Paolo Troisi che è riuscito a farmi rivedere la luce

Troppe volte

Troppe volte ti ho salutato
Sotto cieli cupi
ci siamo guardati
con la promessa di un ritorno

Troppe volte sono stato perdonato
Sotto cieli azzurri
mi sono perso
credendo in un cambiamento

Troppe volte sono tornato
e sotto stelle cadenti
ho espresso
desideri rari

Troppe volte

Giuseppe Di Matteo

Poesie

La paura di perderti

Ho paura di perderti mentre dormo.
Non partire, senza avvertirmi.
Dimmi tu addio, che a me dirlo non riesce.
Morire è facile,
perderti è difficile.
Ho capito cosa sei per me quando ho capito di poterti perdere. Non vorrei mai perderti.
Quindi resta, ti prego resta per sempre.
Non andartene, mamma, senza avvertirmi.

Amin

L’infinito senza stelle

Le belle parole comprano chi costa poco

Un vero uomo sopporto tutto il dolore,
HO PERSO LA LIBERTÀ ma ci sta il mare fuori
Tengo il cuore pieno ma la tasca è vuota

Sono morto prima di vivere
Non hai  visto niente simile
Pensavo fosse impossibile
Ma tra 2 anni sarò invincibile

Paolo

Uno enojado dice muchas cosas
K son Flechas K salen da tu puta boca
Lei lo ******* per unpo’ di coca
Lascia stare quella roba
Tu te matas sola
Andavo da solo
Non con tutti loro
Siamo diversi in ssto gioco
io non mi consolo

Cris

L’infinito senza stelle

 

Io vivo solo

Io vivo in un posto
dove non ci sono strade
e solo a volte vedo il cielo

Io vivo solo, per mia scelta,
circondato da voci e sguardi
ho scelto così tanti anni fa

Io vivo solo
ho rotto i patti anche con Dio
ma tengo alto lo sguardo

Io vivo solo, col mio passato
ascolto il vento e annuso l’aria
felice se piove

Giuseppe Di Matteo

Poesie

Rami

Si muovono nel vento
e nel movimento
cambiano i colori
dando vita alle ombre.
Mutevoli sono le sensazioni
che donano i piccoli rami
attraverso le stagioni
riempiono panorami
e avvicinano la terra alla luna
come dita che graffiano il cielo
Così alla fine stridono
al suolo
nel loro ultimo respiro
come violini spezzati

Giuseppe Di Matteo

Poesie

Muri

MURI

Muri verticali
muri orizzontali
muri calcificati dal sole

muri sproporzionati alle pene
muri crepati
dove niente respira

muri dove il limite
è il cielo azzurro
muri rifugi di lucertole

muri grigi e lordi
che frantumano
le grida e gli sguardi

muri che delimitano
ciechi sentieri di speranze

Giuseppe Di Matteo

Officina creativa

Aspetto

Aspettu, aspettu.
Ma ch’aspettu?
Oramai n’aspettu
chiù a nuddu
Trasenu tutti i parendi

de me cumpagni.
E chiddi me,
unni sunu?
Taliu, taliu
ma ne viru.

Va bè, non fa nendi
Sugnu cundendu u stissu
Ma bastau viriri a gioia
di mpicciriddu strittu
ndo pettu di so patri.

Na muggheri accarizzari
u maritu.
Na matri ka teni
nde razza a so criatura,
ka mi fa pinzari

a maronna co Bamminu.
Sugnu cundendu
pe me cumpagni
ma sugnu cchiù cundendu
pi chiddu ka
m’arrialasturu,

Mi inghisturu u cori.

Aspetto, aspetto,
ma cosa aspetto.
Oramai non aspetto
più nessuno,
sono entrati tutti i parenti

dei miei compagni.
E quelli miei
dove sono?
Guardo, guardo
ma non li vedo.

Va bene, non fa niente,
sono contento lo stesso,
mi è bastato vedere la gioia
di un bambino stretto
nel petto di suo padre.

Una moglie accarezzare
il marito,
una madre che tiene
in braccio la sua creatura,
che mi fa pensare

la Madonna col Bambino.
Sono contento
per i miei compagni
ma sono più contento
per quello che
mi avete regalato,

Mi avete riempito il cuore.

 Officina creativa