Lo Strappo nel carcere di Opera

LO STRAPPO
Quattro chiacchiere sul crimine

Venerdì, 16 marzo 2018, ore 20:00-22:45
Teatro del Carcere di Opera

Dopo la proiezione di un estratto del documentario, autori di reati, vittime, autorità istituzionali e giornalisti ne discutono in presenza di un pubblico, composto in particolare da detenuti, insegnanti, studenti degli ultimi anni delle superiori e università cui l’evento è dedicato.

Partecipano: 

  • Franco Roberti, già Procuratore Nazionale Anti Mafia
  • Umberto Ambrosoli, Presidente onorario associazione civile “Giorgio Ambrosoli”
  • Paolo Colonnello, Responsabile redazione milanese La Stampa
  • alcuni componenti del Gruppo della Trasgressione

Aprono e chiudono la serata Giacinto SicilianoSilvio di Gregorio, rispettivamente ex direttore e attuale direttore di Opera

Una iniziativa guardando al 21 marzo,
XXIII giornata nazionale della memoria e dell’impegno
in ricordo delle vittime innocenti di mafia

INFO LOGISTICHE:
Presentarsi entro le ore 19:15 all’ingresso del carcere
(Via Camporgnago, 40- Milano)
col documento di identità e senza oggetti elettronici

Per prenotarsi, è necessario compilare il modulo che trovate su Lo Strappo e inviare i dati entro le ore 24 di martedì 13 marzo.

GUARDA IL DOCUMENTARIO
Lo Strappo – Quattro chiacchiere sul crimine – Un percorso di educazione alla cittadinanza per scuole e associazioni.

VOCI di SCOUT –  3 FEBBRAIO 2018

Chiacchierata aperta su “Scelte e Stupore”

“Carcere”. Freddo, buio, solitudine, dolore. Prima ancora di pensare ai “criminali” che avrei incontrato, quelle erano le parole che si affollavano nella mente. Appena entrate nell’edificio, le guardie, il cemento, le porte che si serravano alle nostre spalle hanno solo ulteriormente aumentato l’immagine stereotipata che avevamo del luogo e delle persone con cui avremmo di lì a poco condiviso il pomeriggio.

Qualcosa inizia a cambiare quando sui muri all’interno della struttura principale compaiono disegni, poster, tinture – troppo –  colorate, e la situazione si fa ancora più assurda quando varchiamo la soglia del luogo dove si sarebbe svolto il workshop e ci ritroviamo davanti una trentina di uomini sorridenti, accoglienti, sinceri. Il Dott. Aparo, che gestisce l’incontro, è un po’ un Akela, un lupo capobranco, e chissà come,  ha la lealtà e la stima di tutti i presenti.

Dove sono finiti i criminali? Dove ladri e assassini? Questi uomini ci parlano di Stupore (e ne sanno più di noi che avevamo proposto il tema!) di famiglia, di amore, di coraggio di cambiare. Ad alcuni si incrina la voce, così che battono più forte i nostri cuori, altri si esprimono a sorrisi e qualche battuta sarcastica, si crea complicità… si può dire? Una piacevole e buona complicità.

Quasi ci dimentichiamo chi sono finché non iniziamo a parlare di scelte: le loro furono sbagliate, lo sanno e non si vergognano a dircelo. Dalla voce con cui raccontano si percepisce la consapevolezza e la volontà di essere persone nuove, di ricostruire la loro identità e la loro umanità. Mi sorprendo a pensare che mi sembrano uomini più liberi e consapevoli di quanto non si siano le persone là fuori, quelle che si credono libere.

Poi stupiscono noi, perché vedono cose che nel nostro tran tran quotidiano abbiamo smesso di guardare, le vediamo e basta, le diamo per scontate: il verde di un campo da calcio, il bianco sfavillante del Duomo di Milano, le luci silenziose del porto di San Remo, il crescere di un figlio, gli occhi commossi di una moglie. “Non ci si rende conto di ciò che si ha finché non lo si perde” ha detto uno di loro. Può sembrare banale, vero. Ma detto da lui mi è sembrata la cosa più vera che io abbia mai sentito… a che punto, mi chiedo, devo arrivare io per ricominciare a stupirmi della bellezza che ci circonda?

Le loro parole travolgono la nostra sensibilità… porterò sempre nel cuore e ringrazio colui che ha detto: non si può rinascere che attraverso il dolore. Noi che pensavamo di saper qualcosa di Stupore, che sulle Scelte avevano riflettuto, ci troviamo senza parole davanti a tanta limpidezza di mente e forza, forza di chi dal male (fatto anche e/o subito forse) decide di andare oltre, accettare, accettarsi, e pur stando obbligatoriamente fissi e fermi in un posto… andare avanti. Al momento di andare… Ho più di fiducia oggi nell’umanità, dopo aver incontrato voi, di quanta ne ho ogni giorno a scuola. Non riesco a salutarli! Vorrei dire: torno domani, credo in voi… e forse anche in me.

Sull’Autorità con gli scout

Incontro sull’Autorità -3 marzo 2018

  1. L’autorità fra potere e funzione
  2. Le attese: cosa ci si attende dall’autorità, cosa l’autorità si attende dalle persone che rappresenta e per le quali è in carica?
  3. Considerazioni e iniziative utili a evidenziare come si combinano potere e funzione nell’esercizio del ruolo.

Link di approfondimento:

Le immagini mi richiamano quello che per me è uno dei tratti centrali dell’Autorità. Grazie a Sofia, dunque, per avermi concesso di servire per qualche minuto la sua Autorità prediletta.

La trasgressione di vivere da detenuti

Il Gruppo della trasgressione, un laboratorio di confronto per cercare di riscoprire l’uomo dentro il carcerato,  di Giulia Virzì,
dal periodico MM, N° 19, 13/02/2018

«È come quando butti un sassolino nell’acqua… è come se ti buttassero dentro un sassolino. Poi quando vai su, in cella, rifletti sui tuoi sensi di colpa… ed è giusto che sia così perché non si può cancellare un passato come il mio. Però il Gruppo ti dà quella stabilità e quella forza che fanno sì che i sensi di colpa ti migliorino: sono la tua forza per affrontare la vita».

Adriano Sannino è in piedi da prima dell’alba. Come ogni sabato è andato all’ortofrutticolo all’ingrosso per comprare la frutta e la verdura da rivendere alla bancarella al mercato di viale Papiniano, uno dei progetti del Gruppo della trasgressione di cui fa parte.

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#Sbulla-Mi: entra in rete, fai la differenza

#Sbulla-MI, Istituto Galdus

Formare adolescenti più consapevoli delle proprie risorse, con un buon grado di autostima, capaci di relazionarsi positivamente con il gruppo e con i genitori: è l’obiettivo del progetto #SBULLA-MI che vede impegnati in rete esperti e professionisti al servizio dei giovani cittadini milanesi tra gli 11 e i 18 anni, in svariate e innovative attività destinate a mettere al centro la persona e le sue risorse, per contrastare il bullismo e il cyberbullismo.

Il bullismo è infatti un’emergenza che si stima abbia già toccato in Lombardia 71 mila ragazzi tra i 15 e i 24 anni e in crescita da quanto attestano i numeri nazionali. Al progetto #Sbulla-MI, unico progetto finanziato da Regione Lombardia a Milano collaborano Fondazione Somaschi, Galdus, Il Gruppo della Trasgressione, I.I.S Oriani Mazzini, I.C E. Morosini e B. Savoia, I.C. Via De Andreis, Istituto La Casa, La Strada, Lo Scrigno. Il progetto parte a febbraio 2018, si conclude a dicembre 2018.

www.galdus.it       La prevenzione al bullismo

Il progetto col Piamarta     Torna all’indice della sezione

 

Dallo Strappo al Kintsugi

Ferve in sartoria l’impegno per ricucire Lo Strappo!

Tra l’altro, gli incontri del Gruppo della Trasgressione esterno, dal 6 febbraio 2018, avranno luogo nella sede dell’Associazione Libera di Milano, in Via G. Donizetti, 8/4, Milano, tutti i martedì dalle ore 14:00 alle ore 17:00.

E intanto si moltiplicano le alleanze in favore del Kintsugi

A volte ti ritrovi, all’improvviso, in un posto dove sembra che solo un missile ti avrebbe potuto portare; e invece anche lì sei arrivato grazie alle persone che ti hanno aiutato a zappare.

Lu sceccu, u vecchiu e u picciriddu

Lu sceccu, u vecchiu e u picciriddu,
di Gabriele Tricomi

Su una strada piena di buche un somaro avanzava a fatica, con gli occhi di fuori e le orecchie attente. Il padrone ogni tanto lo incitava facendogli ooh, ooh! Il povero asino rispondeva accelerando l’andatura, che reggeva però solo per pochi passi perché sulla schiena portava due pesanti sacchi di cemento, acquistati dal padrone per riparare i danni causati alla fattoria dall’ultimo temporale.

Chiesi al vecchio se potevo aiutarlo a tirare il somaro, che camminava sempre di meno. Il vecchio mi rispose di andar via e di farmi gli affari miei.

Non mi sembrava giusto che l’asino soffrisse così tanto e per questo decisi di continuare a seguirli. Ma il vecchio improvvisamente venne verso di me e mi diede uno schiaffo.

Io non volevo fargli del male, ma quando mi sentii fischiare le orecchie dal dolore gli urlai contro e diedi una pacca al somaro incitandolo a fuggire.

Il somaro reagì scalciando disordinatamente e si mise a correre; il vecchio, colpito da uno zoccolo, cadde a terra esanime; io rimasi lì impietrito.