Alessandro Giungi

Alessandro Giungi – Intervista sulla creatività

Alessandro Giungi è Consigliere Comunale presso il Comune di Milano. Ha scritto un libro in cui racconta in modo ironico come poter fare una campagna elettorale con pochi mezzi e ci ha raccontato di come abbia sempre cercato di essere creativo nella sua azione politica.

Arianna: cosa fa scattare la creatività e in quali condizioni?

 Alessandro Giungi: non c’è una ricetta, occorre avere una propensione, una condizione innata, però questo non significa che chi non nasce con una dote creativa non possa poi fare una vita creativa; deve cercare il suo spazio creativo, che può anche trovare in una occupazione come la politica. Ognuno nel suo campo può essere creativo. La ripetitività toglie ogni tipo di bellezza a qualunque lavoro. Nessun tipo di lavoro può essere bello senza una dose di creatività.

 

Ottavia: le viene in mente un’immagine che possa rappresentare l’atto creativo?

 Alessandro Giungi: la lampadina che si accende: un momento in cui improvvisamente c’è un’illuminazione e si trova una soluzione grazie alla creatività. La creatività la vedo come un momento di illuminazione.

 

Arianna: che conseguenze può avere l’atto creativo nel rapporto con sé stessi e con gli altri?

 Alessandro Giungi: quello che si riesce a risolvere con creatività porta soddisfazione a sé stessi e permette di aprire nuove prospettive anche per altre persone. Intuizione e creatività viaggiano in parallelo e si intersecano: creatività è l’intuizione che ti permette di risolvere qualcosa che prima non era risolvibile. La creatività può nascere anche dal lavoro di squadra, come ad esempio nella politica: non è solo una qualità del singolo.

 

Ottavia: quanto è importante il riconoscimento degli altri per l’artista?

 Alessandro Giungi: è molto importante, il riconoscimento aiuta molto. Avere dall’altra parte un riscontro negativo o di indifferenza è brutto. La creatività deve comunicare qualcosa agli altri. Ci sono stati casi in cui persone creative sono state riconosciute a distanza di anni, ma sono casi eccezionali, io credo che sia importante il riconoscimento in vita da parte degli altri.

 

Arianna: esiste un modo ideale di fruire del prodotto creativo e chi sono i suoi principali destinatari?

 Alessandro Giungi: la creatività può essere anche qualcosa di personale, una persona può essere creativa anche nel proprio agire quotidiano. Del resto, l’opera creativa è negli occhi di chi la guarda. La creatività deve essere portata anche agli occhi delle altre persone. L’atto creativo viene portato a conoscenza di chi vuole leggere un libro, sentire una canzone. Io credo che anche i più grandi matematici siano stati persone creative: le formule matematiche hanno portato a PC, telefonini. Il singolo atto creativo può innescare una serie di passaggi che portano ad altri atti creativi.

 

Ottavia: la creatività può avere una funzione sociale?

 Alessandro Giungi: Certo. Sia dal punto di vista ludico che artistico: la persona che compone un’opera, un libro, risolve un problema sociale con creatività è fondamentale, sia nel caso in cui permette di risolvere problemi sia quando permette di vivere momenti piacevoli agli altri. In politica, ad esempio, si possono avere delle intuizioni creative da applicare alla società: ad esempio, ho avuto l’idea di applicare in Italia un’idea francese di un frigorifero solidale nei supermercati da cui le persone più bisognose possano prendere del cibo.

 

Arianna: Parliamo dell’atto creativo nelle diverse età. Cos’è per il bambino, per l’adolescente e per la persona adulta?

 Alessandro Giungi: L’atto creativo è trovare una soluzione che non era mai stata pensata e che si rivela efficace, quindi non riguarda necessariamente un prodotto materiale. Ad esempio, può essere la soluzione innovativa e creativa ideata da un bambino per risolvere un problema di matematica. Infatti, credo che le insegnanti assistano a diverse risposte creative da parte dei bambini. Per fare un esempio, alla richiesta di disegnare il mare, un bambino potrebbe non disegnare la solita striscia azzurra bensì un mare in tempesta, qualcosa di inusuale. Creatività significa non dare per scontato che la strada più facile e più seguita sia l’unica percorribile. Chi è creativo ha un’idea e segue una strada diversa.

Quando ero all’asilo, ci venne chiesto di disegnare, colorare e tagliare degli angeli e io ne feci uno con un braccio molto più lungo dell’altro: si trattava di un semplice errore ma veniva visto come un gesto creativo. La creatività è anche negli occhi di chi guarda ed è qualcosa di molto personale.

Sicuramente è diverso essere creativi per lavoro, credo sia più difficile e frustrante rispetto a chi lo fa per puro piacere. Anche la tesi è un atto creativo, la mia verteva sul diritto dell’Unione Europea. Infatti, all’epoca ci fu la sentenza Bosman sulla libera circolazione degli sportivi professionisti all’interno dell’Unione Europea. Ritengo sia stata una tesi creativa perché mi sono servito anche della Gazzetta dello Sport e di altri testi non convenzionali per parlare di questo tema. Ero felicissimo della mia tesi perché è stata una tesi creativa, cosa che è stata riconosciuta anche in sede di discussione. Penso che la tesi sia uno dei primi atti di creatività, come lo è anche la scelta del titolo. Sono occasioni di creatività anche i temi scolastici, in cui bisogna elaborare e scrivere una storia, e le attività sportive.

 

Ottavia: A scuola che ruolo e quali effetti potrebbero avere delle ore dedicate alla creatività?

 Alessandro Giungi: In qualità di vicepresidente della commissione Educazione, vi riporto un’iniziativa molto creativa avvenuta recentemente. Vicino alla scuola dei miei figli c’è un giardino con un’area giochi che, grazie a una mia richiesta, è stato riqualificato. A seguito delle attività di riqualifica, il giardino andava titolato, allora si è pensato, durante il lockdown, di fare un sondaggio per decidere a chi dedicare questa area giochi. È stato fatto il sondaggio per mail con tutti gli studenti della scuola media dando cinque possibilità e a vincere è stata la figura di Rosa Parks, nome che venne approvato in consiglio comunale. Sono stati fatti anche un murales dedicato a Rosa Parks e un filmato, atto che definirei sia creativo sia politico. L’atto creativo è stato quello di coinvolgere la scuola.

 

Arianna: Pensa che la creatività possa avere un ruolo utile nelle attività di recupero del condannato?

 Alessandro Giungi: Sono un avvocato e sono stato Presidente della Commissione Carceri quindi mi sento di precisare che l’attività di recupero del condannato dipende anche dal tipo di pena. Credo che la messa alla prova sia un istituto importante che ha visto un apporto creativo da parte del legislatore nella decisione che, in alcuni casi, si possa evitare il processo. Evita la condanna e porta a qualcosa di utile per la società. Per quanto riguarda invece i detenuti, ho visto attività come il teatro e la scrittura creativa. Non posso che essere entusiasta di un laboratorio di scrittura di poesia nelle tre carceri milanesi. Secondo me la messa alla prova e tutte le misure che non fanno andare in carcere sono importanti perché sono di aiuto e di supporto per l’elaborazione del reato.

Lo dice la Costituzione stessa che la pena deve avere una funzione rieducativa e il carcere non viene nemmeno citato. Affinché la pena sia educativa è necessario ricorrere anche alla creatività. Il detenuto va coinvolto. I lavori socialmente utili per persone che hanno guidato in stato di ebrezza mettono in contatto con dei mondi che altrimenti non conoscerebbero, come i tossicodipendenti. Credo che le misure alternative al carcere siano utili per prevenire la recidiva. Se metti una persona in una cella chiusa e non gli fai fare niente, non avrà stimoli per non commettere un altro reato. Nel libro “Di cuore e di coraggio” scritto dal direttore del carcere di San Vittore, Giacinto Siciliano, si parla molto bene di come “salvare” il detenuto dalla possibilità di ricommettere un reato, anche nei casi apparentemente irrecuperabili.

Intervista ed elaborazione di
Ottavia Alliata e Arianna Picco

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