Caterpillar Radio RAI2 19/03/24

Signori, presto ci separeremo. Per qualche tempo io sarò con i miei due fratelli, dei quali uno sarà deportato e l’altro giace malato, in pericolo di morte. Ma ben presto lascerò questa città e, forse, per molto tempo. Stringiamo un patto qui presso il macigno di IlJusa: che non ci dimenticheremo prima di tutto di Iljuseeka e poi l’uno dell’altro. E qualunque cosa ci accada in futuro nella vita, anche se non dovessimo incontrarci per i prossimi vent’anni, dobbiamo sempre continuare a ricordare il giorno in cui abbiamo sepolto il povero ragazzo, al quale in passato avevamo tirato i sassi presso il ponticello – ve lo ricordate?- e di come poi abbiamo tutti preso ad amarlo. E, per quanto possiamo essere impegnati in cose della massima importanza, per quanto possiamo avere ottenuto grandi onori o essere precipitati in qualche grande disgrazia, in nessun caso dobbiamo dimenticare di come siamo stati bene un tempo, qui tutti insieme, uniti da un sentimento così nobile e buono, che ha reso anche noi, per il periodo in cui abbiamo amato il povero ragazzo, migliori forse di quello che siamo in realtà.

Aleksej da I Fratelli Karamazov

I Conflitti della famiglia Karamazov

 

Un commento su “Caterpillar Radio RAI2 19/03/24”

  1. Dal Quotidiano “AVVENIRE”
    Radio2:”Caterpillar” va oltre le sbarre
    di ANDREA FAGIOLI
    La radio in tv, la cosiddetta visual radio, un tempo esperimento per dare un volto a una voce, si è rivelata un format efficace, che aumenta la cosiddetta offerta crossmediale: la contaminazione tra radio, televisione e piattaforme on line. Prova ne siano Radio 2Social club e Radio 2Happyfamily, ma se vogliamo anche il recente speciale di Caterpillar («Un po’ dentro un po’fuori») che la nota trasmissione radiofonica, sempre di Radio 2, ha dedicato alla Casa di reclusione di Bollate, andando in onda per la circostanza anche in tv sul canale 202 del digitale terrestre (poi su RaiPlay), intervallando il collegamento dall’interno del carcere, condotto da Massimo Cirri, con lo studio Rai di Corso Sempione con Sara Zambotti. In questa caso non c’era un’impostazione in parte già televisiva come negli altri programmi rammentati, anzi: qui anche la conduzione restava piuttosto radiofonica, così come radiofonici erano gli stacchi musicali. Ma ciò non toglie interesse a un programma estremamente valido per avere affrontato il tema della rieducazione del detenuto e per aver mostrato, grazie proprio alla tv, il volto di uomini che hanno sbagliato, che lo ammettono e che s’impegnano per quella riabilitazione a cui hanno diritto e per la quale Bollate è un esempio, un carcere scherzosamente definito «a cinque sbarre». E qui sta l’altro merito del programma: non aver rinunciato a quell’ironia, che è anche la cifra stilistica in generale della conduzione di Cirri, che ha finito per creare empatia nei confronti di persone «dentro» spesso rifiutate da «fuori». Commovente la madre a cui hanno ucciso la figlia e che ora fa la volontaria in carcere: «Conoscevo il mio dolore, ma non conoscevo il dolore che c’era dall’altra parte». Padre Lucio Boldrin, cappellano di Rebibbia, ha inviato un messaggio in diretta: «Non avete idee di quanto sia importante questa puntata».

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