Come credere in chi è morto?

Di fronte a quanto accaduto al Beccaria inorridisco ma non provo stupore.

Dio è morto. L’hanno cantato i Nomadi, ma Friedrich Nietzsche li aveva preceduti di oltre un secolo. La religione non rappresenta più un centro di irradiazione di principi e comportamenti socialmente condivisi. Ognuno sembra essere Dio di se stesso, capace di decidere che cosa è giusto e che cosa sbagliato e agire di conseguenza.

Il padre è morto. L’autorità in famiglia, a scuola, nello Stato non riesce più a stabilire criteri condivisi di comportamento e tanto meno a farli rispettare. Sempre più spesso chi ha un potere non lo esercita in maniera illuminata ed equanime.

Il risultato è che i deboli (socialmente o moralmente), gli infelici (per sorte o per colpa), gli ultimi (per provenienza o per responsabilità propria) si sentono autorizzati a comportamenti abusanti. L’autorità poco degnamente esercitata e volta all’abuso genera comportamenti abusanti ad ogni livello.

Come ridare credibilità a un’autorità ormai svilita?

È una domanda che tutti, ad ogni livello, dovrebbero porsi, autorità comprese. Credo che la risposta sia molto difficile, ma sono convinta possa essere trovata a condizione che l’affermazione di partenza sia condivisa e che la sua costruzione sia frutto di una collaborazione di  intenti da parte di uomini capaci e di buona volontà.

Nuccia Pessina

I sentieri dell’arroganza

2 pensieri riguardo “Come credere in chi è morto?”

  1. Se l’autorità religiosa o laica che sia dalla più semplice per un abito religioso o per una divisa, a quella Istituzionale a livelli importanti si continuano a pensare e vivere come potere prima di tutto…, come immagine propria da salvare sempre e comunque….questi sono i risultati….
    Se l’autorità diventa autorevolezza nei fatti, non ha parole, inizierà il cambiamento perché al primo posto è messa la persona bella o brutta che sia, istituzionale o meno, in divisa o senza divisa.
    Fin tanto che non guardiamo negli occhi l’altro come persona quanto lo sono io, non meno di me….. siamo morti e falliti tutti a partire da noi stra adulti.

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