Restituzione progetto Denaro falso Leone XIII – contributo docenti
Il romanzo scelto per impostare il lavoro è stato parecchio apprezzato dai ragazzi, risultando scorrevole e di semplice lettura. È stata necessaria la mediazione dei docenti in classe per poter concettualizzare la riflessione sulla giustizia. In tal senso sono stati molto utili e proficui gli spunti offerti dagli organizzatori: personalmente li ho trovati abbastanza indicativi senza essere troppo vincolanti, quindi adatti alla fase preliminare del lavoro.
L’incontro con i detenuti, grazie anche alla mediazione accorta del magistrato, dello psicologo e dei parenti delle vittime, è stato di sicuro il momento che più ha colpito i ragazzi dal punto di vista umano. La maggior parte di loro – e io mi trovo pienamente d’accordo – ha riconosciuto l’incontro come un momento di condivisione autentica, dal quale è emerso il valore dell’elaborazione del vissuto personale nella ricostruzione di un senso per la propria vicenda. D’altra parte i detenuti hanno anche segnalato che solo una piccola parte di essi segue un percorso di questo tipo, o può farlo, alludendo alla condizione misera della maggior parte di loro e al valore ancora per lo più retributivo della pena carceraria in Italia. In questo senso, gli interventi del magistrato e dello psicologo hanno aiutato a tenere presente che ‘lo strappo’ che le colpe dei detenuti hanno prodotto non deve essere mai banalizzato, né perso di vista, pena lo svilimento del percorso di recupero per tutte le parti coinvolte.
Personalmente ho trovato questo dialogo – talvolta piacevolmente acceso e provocatorio – un prezioso momento di riflessione: mi ha aiutato a ricordare la complessità della realtà della condizione dei detenuti, che spesso siamo tentati di descrivere sommariamente con etichette generiche e luoghi comuni; in particolare, mi ha colpito come un’autentica ed efficace collaborazione tra parti diverse della società sia riuscita laddove la macchina legale si perde.
Lo strappo viene effettivamente ricucito, sanando la ferita che ha portato non solo nei detenuti, ma anche nelle famiglie delle vittime. L’idea che si possa superare il rancore e l’odio verso chi ci ha portato via chi amiamo mi pare uno dei messaggi più provocatori dell’esperienza, e in effetti è stato uno dei più menzionati anche nella restituzione in classe dei ragazzi.
Grazie di cuore di averci coinvolti nel progetto,
Prof. Michele Genovese
Istituto Leone XIII