La mano di Gesù non esita

Il dipinto è un olio su tela realizzato da Caravaggio e rappresenta il momento in cui Gesù chiama Matteo a diventare suo discepolo.

La scena si svolge all’interno di una stanza, ci sono 5 uomini tra cui Matteo seduti a un tavolo. Egli faceva l’esattore delle tasse, infatti i due personaggi sulla sinistra sono intenti a contare dei soldi. Gesù sulla destra indica con la mano Matteo, che come confuso indica l’uomo accanto a sé.  Al fianco di Gesù è presente san Pietro, visto di spalle, raffigurato anch’egli che indica con il dito qualcuno.

Il particolare che più di tutti attira l’attenzione in questo dipinto è la luce: una luce calda arriva da destra, forse da una finestra e che va ad illuminare la mano di Gesù e i volti dei personaggi, in particolare il volto di Matteo.

È come se la luce invitasse Matteo a uscire dalla sua vita buia, piena di peccato e ad avere un nuovo inizio positivo e guidato da Gesù.

Altro particolare che mi ha colpito è la mano di Gesù, che mi ricorda la mano di dio nella creazione, affresco realizzato da Michelangelo sul soffitto della Cappella Sistina.

La mano di Gesù non è esitante, Egli sa precisamente chi scegliere tra i cinque uomini presenti al tavolo ed è contrapposta al gesto di Matteo che, non credendo sia veramente lui il prescelto, indica il compagno alla sua destra, intento a contare il denaro, compagno che non si accorge nemmeno dell’arrivo di Gesù e di questa luce, rimane statico in una vita al buio (= male?).

Francisca Cosentino

Gli Scout AGESCI su “LA CHIAMATA”

Movimento e mistero

A primo impatto descrivere l’immagine senza farsi condizionare da quanto studiato non è semplicissimo.

L’opera è caratterizzata da colori scuri, così come tutta la scena è rappresentata in ombra. I personaggi danno l’impressione che ci sia molto movimento all’interno dell’episodio, infatti mentre guardo il dipinto ho la sensazione che stia succedendo qualcosa di improvviso.

Sia i colori che il dinamismo della scena contribuiscono a trasmettere un senso quasi di inquietudine, o meglio di mistero, che mi porta a chiedermi quale possa essere il vero motivo di tutto questo movimento.

La scena sembra descrivere il momento in cui, mentre cinque uomini sono riuniti, uno di questi è ricercato o viene chiamato per qualche azione commessa.

Questa impressione nasce dal fatto che l’uomo sulla destra lo indica e allo stesso modo sta facendo l’uomo al centro della scena.

Invece, colui che sembra essere il presunto “colpevole” non alza neanche la testa dal tavolo, come se fosse consapevole delle sue colpe.

Mentre accade ciò, oltre agli uomini sopra descritti, ci sono altri due ragazzi che sembrano estranei alla vicenda e inconsapevoli di quello che sta succedendo.

Facendo poi più attenzione al titolo, “La vocazione di San Matteo”, è facile pensare che l’episodio non tratti di un arresto o un richiamo da parte delle forze dell’ordine ma proprio del momento in cui Matteo viene chiamato da Gesù per seguirlo.

Giulia Mutti

Gli Scout AGESCI su “LA CHIAMATA”

La luce come un riflettore

Nella “Vocazione di San Matteo” troviamo molte figure simboliche.
Nella grande sala troviamo un tavolo con attorno 5 uomini, ognuno con qualcosa da fare.

Nella stanza, anche se parzialmente in ombra, c’è una luce che entra da una finestra. La perfezione della luce va contro ai volti delle persone sedute al tavolo, come se fossero sotto un grosso riflettore e questo dà ai gesti dei vari personaggi una grande rilevanza.

Asia Ciarlini

Gli Scout AGESCI su “LA CHIAMATA”

La luce e la vocazione

La “Vocazione di San Matteo” è un’opera che mi suscita inquietudine e irrequietezza. Credo che queste sensazioni siano alimentate principalmente dalla scelta della luce: un fascio di luce proveniente da destra che illumina parzialmente la scena e capace di creare un gioco di chiaro scuri.

Sono rappresentati molti personaggi, tra cui Matteo che è colui che viene maggiormente illuminato dal fascio di luce per sottolineare la sua vocazione (Cristo che indica Matteo).

San Matteo, una volta indicato da Gesù, si indica a sua volta per chiedere conferma. Gli altri personaggi, chi più chi meno, sono abbastanza interessati a quanto accade nella scena.

Chiara Villa

Gli Scout AGESCI su “LA CHIAMATA”

Gesù rieduca Matteo

La scena presenta sette uomini in una stanza buia, con solo la luce che esce da una finestrella a destra. Cinque di questi sono attorno ad un tavolo, due sono occupati a contare delle monete, uno, il più anziano, si indica stupito. È presente anche un giovane ragazzo che segue la scena interessato e uno di spalle. A destra è presente un uomo che indica l’anziano con davanti di spalle un altro personaggio.

Il quadro rappresenta la chiamata di Gesù a Matteo, quindi l’uomo a destra è Gesù, e l’anziano che si indica penso sia Matteo. Gli altri dovrebbero essere solo esattori.

Gli uomini al tavolo, sono gli esattori di tasse che contano i soldi, presumibilmente tasse aumentate per avere maggior guadagno. Gesù decide di chiamare Matteo proprio per questo: cercare di rieducare la condotta sbagliata dell’uomo.

Sonia Falcocchio

Gli Scout AGESCI su “LA CHIAMATA”