Luca Colajò
Lumachina, trascini la tua casa di prima mattina. Scivoli piano, andando lontano, incollata alla terra come un’intensa stretta di mano. Attraversi pianure, colline, ruscelli, accompagnata dal canto degli uccelli. Quando piove nella foresta ti racchiudi in te stessa aspettando la fine della tempesta. Nella sabbia danzi serena, immaginando la bellezza di una sirena. Immobile, la notte davanti al cielo stellato, aspetti l’amore tanto desiderato. Non hai tempo né doveri, giochi e ridi abbracciando gli alberi e i nidi.
E mentre, solitaria e silenziosa, ti nutri accarezando una foglia amaranto, una mano ombrosa ti strappa via come una rosa. La luce si è spenta, i colori svaniti, come fossero stati rapiti. Ciondola il sacco cucito da mano esperta e lì ti senti persa.
Attorno a te fuoco, fiamme, calore, hai paura e ti batte forte il cuore. Con un tuffo sprofondi nel pentolone come caduta dal ciglio di un burrone. Sul fondo della pentola trema la tua casa saccheggiata. Ora è tua la decisione se rimanere ferma o della vita riprendere la passeggiata.
Pian piano ti avvicini alla parete infuocata per tentare la scalata. Dolorante, risali il pentolone con la pelle bruciata e la testa in confusione. La cima è raggiunta, finalmente apri il coperchio con le tue antanne a punta. Con un balzo ti lanci verso la finestra, volando fuori come fossi una freccia di balestra. Poi, tremante, te ne vai, ancora impaurita e zoppiacante.
Adesso che l’esperienza ti ha forgiato, ascolta cosa ti ha comunicato. Lumachina, cammina, cammina, non importa la meta del viaggio, l’importante è che vivi ogni respiro con coraggio.