Corrono verso nord-ovest

Corrono verso nord-ovest
nubi di piombo, a strati:
mantello che avvolge,
a tratti schiaccia.
Qui, sulla terra impregnata,
soffia un vento
in direzione contraria:
frusta le fronde
coi primi fiori,
invade la psiche,
dileggia le certezze.
Giacciamo sotto una cupola
di grigia ovatta
o sotto la volta celeste,
nel gioco delle stagioni,
nel rischio dei cicli,
nell’oblio delle ere,
ignorando la sorte comune,
guerra dopo guerra,
naufragio su naufragio,
schiavi del bisogno
o del profitto,
soprattutto del vacuo
e del futile.
Se soltanto sapessimo guardare
oltre le cortine,
se soltanto volessimo stupirci
all’idea degli astri,
alla visione dell’alfa e dell’omega,
degli infiniti mondi spersi
nelle vastità nebulose,
negli incommensurabili vuoti,
immergendoci nella logica
della luce dallo spazio profondo,
della pioggia delle particelle invisibili
dal tempo eterno,
là dove tutto ebbe principio
(forse un caso,
forse la necessità del caos,
forse un capriccio,
forse l’inesplicabile
o l’ineluttabile,
forse il ritorno)…
Nessun nume può gettare impunemente
sul tavolo celeste i dadi,
eppure..
eppure si dovrebbe scommettere:
sulle corde tese sopra l’abisso,
sulle stelle danzanti,
sull’armonia degli atomi
e dei numeri
che ci compongono,
con cui vibriamo,
sull’inenarrabile immensità fuori
a colmarci
e sulla goccia divina
dentro ciascuno;
infine sulla vertigine del cuore
che l’amore, soltanto l’amore,
sa decifrare.

Alberto Figliolia

Poesie

Il nonno, il limone, la bambina

Il nonno, il limone, la bambina cattiva…
e l’amore che resiste

Estate, la nonna in cucina
Il nonno riposa sotto il tetto con la testa reclina
Corro nell’orto, scalza sui sassi roventi
Nei miei ricordi i giorni contenti

Tra pomodori, ravanelli e albicocche,
rido e gioco con mia sorella
a tormentare eleganti e delicate libellule.

Colori, odori e suoni
non bastano a dimenticare il sonno del nonno.

Ero bambina cattiva,
con in mano un mezzo limone,
che strinsi ridendo sulla bocca ignara.

Il succo aspro sveglia il silenzio.
Il vecchio si spaventa per lo scherzo crudele
e mi rimprovera con ogni suo mezzo.

Scappo e pedalo a catena
dalla colpa giovane che stringo in mano
e con il cuore che sprofonda in pena.

Ero bambina cattiva,
con in mano un mezzo limone,
che strinsi ridendo sulla bocca ignara.

Il campanello suona affannato
arriva il nonno preoccupato
per la nipote ribelle
Il limone è già dimenticato

Ero bambina cattiva
con in mano un mezzo limone
che strinsi ridendo sulla bocca ignara

Ma il nonno è venuto a cercarmi

Lara Giovanelli

Racconti al tavolo del gruppo

Sisifo nella merda

Volevo regnare, volevo brillare,
ma ho fatto il furbo e mi han fatto sclerare.
Rubai l’acqua agli Dei e li ho fatti arrabbiare
ora per sempre dovrò scalare.

Thanatos arriva per farmi sparire,
lo frego al volo, lo faccio dormire.
Ade si incazza, mi vuole punire,
“Giove, ‘sto stronzo lo devi colpire!”

Scalo la cima per non morire,
cade il masso, mi fa impazzire.
Giove ride, beffardo,
e mi dice: “Mo’ paghi, bastardo!”
“Ora prendi sto masso e lo fai rotolare
ogni volta che cade
lassu lo dovrai riportare,
la devi cagare”

Scalo la cima per non morire,
cade il masso, mi fa impazzire.
Salgo e risalgo senza fermare,
ma ‘sta salita mi sta per strozzare!
Volevo fregare, volevo scappare,
ma ora mi tocca sudare e sputare.
Per l’eternità dovrò faticare,
Sisifo spinge… e vorrebbe crepare!

Pino Amato

Il mito di Sisifo a teatro negli anni. Qui nel carcere di Milano-Bollate

La moneta di Corinto, frutto della collaborazione tra 20 anni di Gruppo della trasgressione, l’Istituto Pesenti di Bergamo, Massimo Zanchin attuale componente del gruppo del carcere di Opera, l’art director Adriano Avanzini e il musicista e informatico Alessandro Radici.

Il mito di Sisifo

Il bivio

D’un tratto il mio viso arrossì
Il cuore a dismisura colpiva lo sterno
Dove il battito tambureggiava
Un’ansia preoccupante

Scelsi il facile
Lasciando il difficile
E mi ritrovai prigioniero
Di una vita non mia

Dopo decenni mi accorsi
Che la fatica della scelta
Avrebbe più premiato il difficile

Come un viaggio a ritroso
Donerei l’anima per ritrovarmi
In piedi, paonazzo
Al posto del cuore un tamburo
Davanti alla scelta
Due strade
Due destini

Piango
Ma con decisione sceglierei
Il difficile modo di vivere

Oggi mi ritrovo
Colpito dalle corde di una chitarra
Che suona
La melodia della rivalsa

Marcello Cicconi

Percorsi della devianzaPoesie

Libertà mia

Da bambino ne avevo in quantità
Eri mia libertà, tutta mia
Mi facevi compagnia
Mi davi allegria

Quant’eri bella libertà mia
Ero sicuro che nessuno ti avrebbe mai portato via
Se non la superficialità e l’incoscienza mia

E quanto bene ti ho voluto libertà mia
Siamo stati proprio bene insieme
Ne abbiam passate di crude e di cotte
Ne abbiam prese di botte

E ad ogni caduta seguiva sempre,
Un bel “chi se ne fotte”.

Ora sono cresciuto, libertà mia
E sì, son quasi cinquanta
Ora entra il sole a quadri nella mia stanza
E non sento più la tua voce che canta

Solo ora so apprezzarti
E pensa un po’, saprei anche amarti
Ma ti ho deluso amica mia
E te ne sei andata via.

Ed ora col cuore in mano
Vorrei dirti solo una cosa
A presto libertà mia,
ti amo

Massimo Saponaro

Poesie

Come fiori di loto

Tutto è scuro e melmoso
viscido e nauseante

Come tutti i giorni che
si trascorrono in questo
Maledetto posto.

Anche quelli più luminosi
qui sono bui e tristi
Quelli più caldi poi diventano
freddi.
Manca l’aria e si respira
a  fatica

Annaspando si cerca di
Rimanere vivi
anche se ogni istante sa di
Morte.

Ma come per i fiori di loto,
che nascono nel fango, accade
qualcosa di straordinario.

Si può rinascere dal profondo, dal buio
Ecco sorgere la luce del sole ed il fiore
di loto si apre e finalmente può sbocciare.

Ed il buio diventa luce,
Luce che illumina
Luce che scalda
Luce che riflette
Luce che … perdona

Vincenzo Calcagnile

Poesie

Dedicato al detenuto Vito Paolo Troisi che è riuscito a farmi rivedere la luce

Troppe volte

Troppe volte ti ho salutato
Sotto cieli cupi
ci siamo guardati
con la promessa di un ritorno

Troppe volte sono stato perdonato
Sotto cieli azzurri
mi sono perso
credendo in un cambiamento

Troppe volte sono tornato
e sotto stelle cadenti
ho espresso
desideri rari

Troppe volte

Giuseppe Di Matteo

Poesie

La paura di perderti

Ho paura di perderti mentre dormo.
Non partire, senza avvertirmi.
Dimmi tu addio, che a me dirlo non riesce.
Morire è facile,
perderti è difficile.
Ho capito cosa sei per me quando ho capito di poterti perdere. Non vorrei mai perderti.
Quindi resta, ti prego resta per sempre.
Non andartene, mamma, senza avvertirmi.

Amin

L’infinito senza stelle

Le belle parole comprano chi costa poco

Un vero uomo sopporto tutto il dolore,
HO PERSO LA LIBERTÀ ma ci sta il mare fuori
Tengo il cuore pieno ma la tasca è vuota

Sono morto prima di vivere
Non hai  visto niente simile
Pensavo fosse impossibile
Ma tra 2 anni sarò invincibile

Paolo

Uno enojado dice muchas cosas
K son Flechas K salen da tu puta boca
Lei lo ******* per unpo’ di coca
Lascia stare quella roba
Tu te matas sola
Andavo da solo
Non con tutti loro
Siamo diversi in ssto gioco
io non mi consolo

Cris

L’infinito senza stelle