Fontana Tango

Fontana Tango, Paolo Donati

Cento mani tra le mie,
cancellano l’incuria e la sporcizia
con il mio lavoro duro
torna la bellezza.

Cento domande e sorrisi,
dici bene bambina
non sono una rana
questo è il mio lavoro,
Rinasci Fontana!

Gratta gratta gratta
spazzola la pietra.
Gratta gratta gratta
scava in fondo al cuore.

Tra la luce e l’ombra il giorno
piano, piano, esce dalla tana
ed ecco che rinasco dentro,
e grazie a una fontana.

Sfrego tutto il giorno pietre
corro dietro ai miei pensieri
quasi non ricordo
chi ero fino a ieri.

Gratta gratta gratta
spazzola la pietra.
Gratta gratta gratta
scava in fondo al cuore.

Gratta gratta gratta
spazzola la pietra.
Gratta gratta gratta
scava in fondo al cuore.

Da piccolo, amavo costruire
con le mani, con il cuore
e con il fango
poi si sa come è andata a finire,
dove non si tocca mai il fondo.

E mi sembra finalmente di sentire,
sono pronto per un nuovo Tango
insieme sento di capire
ch’è possibile
passare per il mondo
anche senza farlo soffrire.

Cambiano i colori intorno,
le cose hanno un sapore diverso
sarà che per un po’ di tempo,
me l’ero proprio perse.

Il vento manda via le nuvole,
spazza e
pulisce il cielo
l’aria ora è libera
come il mio pensiero.

Gratta gratta gratta
spazzola la pietra.
Gratta gratta gratta
scava in fondo al cuore.

Gratta gratta gratta
spazzola la pietra.
Gratta gratta gratta
scava in fondo al cuore.

Da piccolo, amavo costruire
con le mani, con il cuore
e con il fango
poi si sa come è andata a finire,
dove non si gratta mai il fondo.

E mi sembra finalmente di sentire,
sono pronto per un nuovo Tango
insieme sento di capire
ch’è possibile passare per il mondo
anche senza farlo soffrire.

In fondo a questa strada
il mio ultimo filo di lana
ringrazio chi ci ha creduto
e grazie anche a questa fontana.

In fondo a questa strada
trovo il filo di una nuova storia
Con te con me con tutti
festeggio una Vittoria


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Il blog di Paolo Donati

 

 

 

 

E poi ho visto te

E poi ho visto te, Francesco Capizzi 

Calzoni corti, magliette bucate
calzoni larghi, maglioni pungenti
braccio di ferro fra cose rubate
fra voglie e promesse tenute fra i denti

E poi ho visto te…
Ero il giullare dell’arte padrona
D’ogni granello di sabbia perduta
Notti di sballo e di vita cialtrona
Fra un sorso e l’altro di elisir di cicuta.

E poi ho visto te, e la ferita è diventata
l’insegna per curare la paura

E poi ho visto te, non più fango sono argilla,
plasma che scintilla da quando sto con te

E poi ho visto te, e la ferita la più rossa,
una croce che libera la scossa

E poi ho visto te, e alla mano che ho ignorato
adesso io chiedo di stare qui con me

Sono cresciuto, nel vuoto assoluto
rincorrendo parole che volavano via
Finché ho raggiunto il timone divino
Con l’obiettivo di governare il mio destino

E poi ho visto te…
E ora è notte, piove e un uomo è caduto
Con la sirena che fischia ricordo
Di quella volta quando ero fuggito
E adesso corro perché non sfugga la vita

E poi ho visto te, e la ferita è diventata
l’insegna per curare la paura
E poi ho visto te, ero fango e sono argilla,
plasma che scintilla da quando sto con te

Un’altra via non c’è, ora cerco nella notte
persone perdute e ferite come me

E poi ho visto te, e alla mano che ho negato,
adesso io chiedo, rimani qui con me

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