Il ritorno

Ieri mattina a San Vittore, mentre il nostro coach chiedeva a gran voce cosa ce ne possiamo fare di Hamadi, Roberto e di tutti gli altri giovani adulti del Reparto La Chiamata, ripensavo ad uno scritto di Armando Xifai del 2004 che ispirò poi un nostro primo esperimento da proporre in un laboratorio tematico per educatori scout del 2007 a Napoli.

Il titolo di quella sperimentazione era “Sulla cattiva strada” ovvero “appunti per una pedagogia della trasgressione”: un percorso alla fine del quale anche l’altro (che si è sempre considerato imperfetto in quanto “marchiato” dal sigillo di delinquente) diventa strumento di redenzione per sé stesso e, allo stesso tempo, per noi che amiamo farci chiamare società civile.

Buona Festa della Repubblica e buona (cattiva) strada.

Musica: La cattiva strada (F. De André – F. De Gregori), 1975 – by. Trsg. Band
Immagini: The Blues Brothers, USA, 1990                         
(edit by cescacuore, 2007)

Reparto La Chiamata

Prima e oltre il confine

Oggi ho parlato del Gruppo della Trasgressione e mi è venuta voglia di rivedere il documentario che ha realizzato Sofia alla scuola di giornalismo. Al di là dell’emozione, di rivedere facce amiche, ci sono stralci di importanti esperienze del Gruppo contenute in questo video. Ci sono i detenuti con i loro racconti, soprattutto degli incontri con i ragazzi nelle scuole, l’esperienza dell’ARTE con Stefano Zuffi, la musica in sottofondo, con la voce del Prof….

Però quante cose mancano! Mi ha fatto emozionare sentire i detenuti parlare della “mancanza di un gruppo esterno”, e poi questo Gruppo è arrivato. Sentirli credere davvero nel progetto della Cooperativa e della bancarella “frutta e cultura”.

Questa cosa mi ha emozionato più di tutte. In questo video la cooperativa era solo un’idea, oggi, a distanza di 10 anni, esiste nella realtà e incide sulla vita delle persone.

Forse questa è il più grande insegnamento che ho tratto dal Gruppo della Trasgressione e dal Dr. Aparo: tollerare che un’idea impossibile diventi possibile nel tempo, lavorandoci un poco per volta, con costanza, nonostante le difficoltà, passo dopo passo, nella consapevolezza che quei passi sono guidati dal fatto stesso di avere un’idea in cui crediamo, che ci motiva.

Era successa la stessa cosa con Sisifo. Io c’ero quando abbiamo iniziato in quel tugurio dell’ultimo piano della sezione giovani adulti di San Vittore, a cui si accedeva da quella scala a chiocciola angusta che partiva da metà corridoio.

Io non ci credevo che ce l’avremmo fatta. Sembrava tutto troppo difficile. Sembrava un’impresa impossibile, in quelle condizioni lì, con quelle persone lì, con quelle risorse lì. Niente giocava a nostro favore! Sinceramente Prof., dopo tanti anni posso dirglielo, quando aveva proposto di parlare di mitologia con quei 4 detenuti sgangherati, che cambiavano ogni 4 giorni, che non avevano esperienza del Gruppo e non avevano certo lo spessore che posseggono i detenuti che frequentano il Gruppo da tanti anni e a cui eravamo abituati, beh io ero certa che la cosa avrebbe avuto vita breve.

E invece poi guarda cosa è successo con Sisifo! Una delle esperienze più belle del Gruppo: in tour tra scuole e teatri! Beh questa parte un po’ nel video c’è. Ma oggi ci sarebbe ancor più materiale!

Forse sarebbe ora che uscisse la seconda puntata di questo documentario. Una nuova giovane Sofia che frequenta un corso di giornalismo non l’abbiamo?

C’è anche un’altra cosa che manca in questo video, che in tanti anni di Gruppo è stata per me l’idea più esilarante e straordinaria: l’Officina della 4S! Anche in questo caso nel video è contenuto il seme di ciò che poi sarebbe diventato, quando Prof. dice: “Il modo per appagare l’uomo con storie che non siano di Soldi, Sangue e Sesso c’è”, beh quel modo per noi è diventato la quarta S: lo Sviluppo. L’articolo “Mente Libera” di Antonio Tango sul Giornale del Falso, penso sia una delle cose più spiritose, geniali e contemporaneamente profonde che abbia mai letto.

E poi manca anche tutta l’esperienza con Cajani e gli scout… e chissà quante altre cose che non mi vengono in mente ora.

Inoltre, so Prof. che per questo lunedì mi toglierà la parola, ma la versione di A Cimma che canta alla fine di questo video mi piace di più di quella che mi ha mandato!! Certo in quella che mi ha inviato la parte iniziale di Cisky  è molto bella, ma la canzone è più chiusa, mi sembra più triste e cupa rispetto alla versione del video, che invece trasmette apertura e speranza! Mi piacerebbe avere la versione di questo video, che per me è la versione originale!

Tutto questo per dire che vorrei condividere anche con le persone del gruppo che sto conoscendo adesso  e con i miei attuali colleghi di lavoro i 28 minuti del video di Sofia, che rende meglio delle mie parole il cammino del gruppo.

Chissà perché prima che inizi il video c’è un buio interminabile, forse perché inizia da una Storia sbagliata

Tiziana Pozzetti

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Gli occhi grandi color di foglia

Dopo i saluti delle figure istituzionali e la presentazione della giornata dell’avvocato Alessandro Giungi, organizzatore dell’evento, la Trsg.band e il Gruppo della Trasgressione propongono una selezione delle canzoni di Fabrizio De André intervallate da interventi di autori di reati e di vittime degli stessi.

L’obiettivo è rendere pubblici le modalità e i risultati di un dialogo difficile ma proficuo sia per il reo sia per la vittima, risultati che il gruppo della trasgressione usa poi come materiale per contrastare bullismo e tossicodipendenza nelle scuole e sul territorio dove lavoriamo in sintonia con le carceri di Bollate, Opera e San Vittore, con la Magistratura di sorveglianza e con il Provveditorato agli studi.

L’ingresso è gratuito; la prenotazione  non è necessaria, ma è utile visto il ridotto numero di posti disponibili. Per prenotarsi occorre seguire le istruzioni riportate sulla locandina. In  caso di difficoltà, scrivere alla mail elisabetta.cipollone@gmail.com indicando con chiarezza nome e cognome dei singoli interessati.

Per prendere posto nella sala Alessi (150 posti) è particolarmente opportuno arrivare entro le 16:00; diversamente si andrà in una saletta adiacente (di 50 posti) dove il concerto verrà proiettato su un maxischermo.

Sul pulsante rosso

“…dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fiori

Lo scorso 5 Giugno noi componenti del Gruppo della Trasgressione, assieme ai nostri famigliari, ci siamo incontrati presso il teatro della C.R. di Opera, come facciamo da tempo una volta l’anno. L’incontro è stato coordianto come al solito dal dr. Angelo Aparo. La giornata, che ha colpito profondamente noi e i nostri famigliari, è partita con una lettera scritta al gruppo da Vito Cosco, detenuto da circa 10 anni in regime di alta sicurezza presso il carcere di Opera.

Il testo della lettera ha suscitato in noi una grande emozione. Nel corso di questi anni di reclusione il percorso di Vito è stato molto travagliato, ma da circa un anno ha cominciato a dialogare con la propria coscienza, intraprendendo un cammino che ai nostri occhi, ma credo anche a quelli degli altri componenti del gruppo, appare sincero e profondo.

Non sappiamo come Vito sia arrivato a commettere un crimine così grave. La portata del delitto è tale che nessuna analisi riesce a spiegare la cosa. E però sembra che oggi la sua coscienza abbia finalmente preso una svolta significativa.

L’obiettivo del carcere dovrebbe essere quello di rieducare la persona che ha sbagliato e che, giustamente, è stata privata della libertà. È importantissimo che la Legge dia alla persona condannata, oltre alla punizione, una speranza e non un “Fine pena mai”. Chiunque, pur essendo detenuto, rimane un essere umano e, in quanto tale, deve potere avere la possibilità di evolversi. Diversamente, a cosa servirebbe la pena?

Vito vorrebbe pigiare quel “pulsante rosso” per poter tornare indietro, ma nessuno ha il potere di cambiare il passato. Certamente da questa lezione ha imparato e abbiamo imparato anche noi quanto sia importante poter dare una carezza a un figlio e qualche volta riceverla. In questo modo diventa più facile acquisire man mano la consapevolezza del male fatto e dei tanti ostacoli da superare per potere raggiungere la pace con se stessi e con il mondo, dopo il dolore inflitto a entrambi.

Vincenzo Solli, Sebastiano Giglia e Angelo Aparo

Vincenzo Solli, Sebastiano Giglia

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Il Gruppo della Trasgressione

di Jacopo Galasso e Angelo Aparo

L’Associazione Trasgressione.net, fondata più di vent’anni fa dal dottor Angelo Aparo, è formata da persone con alle spalle storie di vita diverse, ma accomunate da un unico obiettivo: studiare l’essere umano, con una attenzione particolare verso colui che, arrivando dal degrado, semina nel suo percorso altrettanto degrado, abuso e morte. Lo studio è rivolto anche al tempo che queste persone spendono all’interno del carcere e al come potranno impiegare questo tempo una volta che le porte della società si apriranno.

Questo obiettivo viene perseguito attraverso una sinergia tra psicologi, detenuti e studenti; ma anche familiari di vittime, giuristi, medici e comuni cittadini, i quali settimanalmente si riuniscono negli istituti penitenziari di Opera, Bollate e San Vittore.

Il lavoro svolto all’interno del Gruppo non va inteso nel senso del classico sostegno psicologico rivolto al detenuto ma come studio delle condizioni emotive e ambientali che spingono l’uomo alla voracità di potere e al successivo cambiamento. 

In merito al concetto di potere va ricordato il convegno del 21 novembre 2018 tenuto all’interno della Casa di Reclusione di Opera (Percorsi e derive del potere), dove il Gruppo ha potuto confrontarsi con personaggi illustri, quali Paolo Finzi (direttore della rivista anarchica “A”), Lella Costa, Dori Ghezzi, Amerigo Fusco e Roberto Cornelli (docente di criminologia dell’Università Milano Bicocca).  

Questo lavoro non resta isolato all’interno degli istituti di pena ma si diffonde e si concretizza anche all’esterno del carcere, dove i detenuti del Gruppo testimoniano il loro percorso, promuovono la legalità e la sensibilizzazione; prevengono le dipendenze e il bullismo; il tutto attraverso una serie di eventi con cornici diverse.

Il 26 novembre presso il Teatro De Sica di Peschiera Borromeo sono state interpretate dalla band del gruppo, la Trsg.band, diverse canzoni di Fabrizio De André. Le canzoni erano intervallate da considerazioni da parte di detenuti del carcere di Opera, ex detenuti e figure istituzionali su alcuni dei temi che uniscono il mondo di Fabrizio De André con quello del Gruppo della Trasgressione: l’abuso, il potere, il riconoscimento dell’Altro, il rapporto con l’autorità e le microscelte che portano l’individuo ad operare sul mondo ciò che si è seminato.

Un’altra serie di incontri che ha coinvolto il Gruppo prendono il nome de “Lo Strappo”, fra i più recenti quelli a Piacenza (29 gennaio) e a Novara (25 febbraio). Lo Strappo è un progetto nato dall’incontro di persone diverse ma complementari per le finalità e rivolto soprattutto alle scuole medie di secondo grado. Obiettivo principale è l’educazione alla complessità e alla cittadinanza, partendo da una domanda precisa: cosa succede a tutti i soggetti coinvolti quando viene commesso un reato? Le figure professionali che partecipano al progetto gravitano attorno al mondo della giustizia: magistrati, avvocati, giudici, psicologi, educatori, giornalisti, polizia penitenziaria, amministrazione carceraria. Tuttavia, le riflessioni più illuminanti sembrano venir fuori proprio dall’incontro paritetico dei protagonisti più coinvolti: i familiari di vittime e i rei, i quali dopo un lungo lavoro di conoscenza, introspezione, superamento del giudizio e del rancore, accettazione, apertura verso l’Altro e il suo dolore, recupero della coscienza esiliata e obnubilata, costruiscono una parentela, una prossimità. Un mutuo soccorso che può abbattere i muri più alti, quelli della mente.

Infine il Gruppo della Trasgressione tenta di consegnare i propri approfondimenti sulla legalità e la responsabilità agli adolescenti nelle scuole superiori: luoghi dove non sono rari atti di bullismo e dipendenze. Gli ultimi incontri di quest’anno, svolti presso l’Istituto Piamarta di Milano, sono stati decisamente proficui. Infatti hanno permesso ai detenuti del carcere di Opera di ascoltare e confrontarsi con gli studenti e di aiutarli a riflettere criticamente sulle loro fragilità, interne ed esterne all’ambiente scolastico.

Uno strumento importante di cui il gruppo si serve è il mito di Sisifo che, costruito anno dopo anno al tavolo del Gruppo della Trasgressione, consente ai detenuti di rappresentare, attraverso i dialoghi fra i vari personaggi, temi quali: l’arroganza, la seduzione, il rapporto difficle con l’autorità e quindi il rapporto genitori-figli; insomma i nodi problematici che vivono gli individui più a rischio.

Gli incontri in carcere e a scuola con i detenuti hanno consentito agli studenti di analizzare e comprendere meglio le storie dei detenuti del Gruppo e ogni singolo personaggio del mito, così da poterli riprodurre a loro volta. Infatti, la giornata conclusiva all’Istituto scolastico Piamarta, ha visto questa volta gli studenti nei panni dei personaggi del mito di Sisifo. 

In conclusione va anche evidenziato che l’Associazione viene affiancata dalla Cooperativa Trasgressione.net il cui obiettivo è il reinserimento socio-lavorativo del detenuto. Grazie al Lavoro esterno (art. 21), i detenuti hanno la possibilità di uscire dal carcere per svolgere attività lavorative oppure frequentare corsi di formazione professionale. Le difficoltà che queste persone incontrano durante o dopo avere scontato la pena non sono poche. Per questo motivo la Cooperativa le affianca permettendo loro di svolgere una serie di lavori, quali la consegna di frutta e verdura a bar, ristoranti e a gruppi di consumatori associati, bancarelle rionali con gli stessi prodotti (mercato di viale Papiniano, di Peschiera Borromeo), il restauro di beni artistici, lavori di manutenzione e di piccola ristrutturazione.

Progettare e lavorare con chi ha commesso reati giova al bene collettivo e alla conoscenza dei percorsi devianti più della pena che il condannato sconta in carcere. (A. Aparo)

Pensieri dal carcere

Penultima fermata, Città Nuova, novembre 2018
Pensieri dal carcere, di Elena Granata

Abbiamo passato il primo muro di cinta, poi il controllo dei documenti e il ritiro di borse e cellulari, poi un lungo cortile al buio, infine un corridoio lungo e colorato, pieno di murales e di disegni colmi di vita. Eccoci dentro il carcere di Opera, nei pressi di Milano. Entrare in carcere è sempre un’esperienza intensa. Soprattutto per chi entra per una sera e poi sa che farà ritorno alla propria casa: le porte, i muri, i chiavistelli, i controlli, i codici, le armi.

Il coro della scuola dei miei figli è stato invitato ad uno spettacolo insieme a carcerati e così – a fine di una giornata di lavoro – mi trovo lì, in quella sala al buio, da una parte il pubblico dei reclusi, dall’altra le famiglie. La separazione è netta tra noi anche in quel momento. Questioni di sicurezza, ci dicono. Poi la musica, i racconti dei ragazzi che scontano la pena, il maestro di coro che spiega il percorso fatto. Bastano poche ore per ritrovarsi dalla stessa parte, tutti colpevoli e tutti innocenti, qualcuno “dentro” per un destino che magari è stato più crudele, qualcuno “fuori” per coincidenze positive che ci hanno condotti su altre strade. Bastano poche ore per sentirsi legati dal mistero delle nostre vite, così diverse. Ci siamo guardati, ascoltati, ci siamo commossi, abbiamo riso. Di quante sfumature può essere ricca la vita umana. Non si riflette mai a sufficienza su chi rimane dietro quelle sbarre per anni. Talvolta per una vita intera. Nel racconto di tanti di loro vi è il ricordo di un “prima che”. Prima che colpissi mio fratello, prima che perdessi la testa, prima che confondessi il senso delle cose. Un prima di bambini nelle case di infanzia, dello sguardo di un papà che li ha amati, di una maestra che aveva creduto in loro. Oppure un vuoto, nessun papà, nessuna casa confortevole, nessuna maestra attenta a loro.

C’è un prima e un dopo, fatale. La violenza lega per sempre la vittima e il carnefice e poi col tempo la differenza sfuma. Quella sera mi sono sembrati tutti ragazzini – non solo perché la gran parte di loro erano giovanissimi e con pene a lunga scadenza – capaci di emozionarsi per le note di una canzone, per il racconto di un compagno, per il sorriso di una studentessa volontaria in carcere.

È stato dolce e straziante salutarci a fine serata, lì dove le emozioni paiono amplificate dal confino e dalla nostalgia. Mi sono rimaste addosso dolorose le domande di sempre, quelle che dovrebbero turbare la nostra sensibilità di persone libere: che ne sarà di questi ragazzi? È il carcere, così come lo abbiamo sempre pensato, la soluzione sul lungo periodo? Quale è il confine tra colpa e responsabilità?

Basta non varcare mai quella soglia per pensare serenamente che chi ha sbagliato deve pagare. Appena la varchi capisci che quel mondo che abbiamo separato da noi, ci riguarda più di quanto possiamo immaginare. Quello che chiamiamo assassino, ha due occhi grandi da bambino e due occhi enormi che raccontano la sua paura. Non possiamo abbassare lo sguardo.

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Percorsi e derive del potere

Mercoledì 21/11/18
Casa di Reclusione di Milano Opera

Una riflessione fra persone con ruoli molto diversi, ma tutte legate dall’idea che uno dei pochi argini al delirio di onnipotenza cui il potere espone è quello della responsabilità verso i destinatari della nostra funzione.

A tutte le persone che intendono partecipare chiediamo di contribuire al buon esito dell’iniziativa osservando le seguenti indicazioni:

  • Le richieste di prenotazione (obbligatoria) all’evento vanno inoltrate a associazione@trasgressione.net fino a un tempo massimo di 10 giorni prima dell’evento
    • specificando chiaramente: Nome e Cognome, Luogo e Data di nascita e N° Carta d’identità,
    • allegando la fotocopia del proprio documento di identità.
  • Ingresso gratuito.
  • Le prenotazioni possono essere inoltrate individualmente, ma per snellire il nostro lavoro chiediamo la cortesia, quando è possibile, di cumulare più richieste in un’unica mail.
  •  E’ indispensabile essere presenti all’ingresso entro le 13:30. Via Camporgnago 40, Milano.
  • Allo scopo di facilitare i controlli all’ingresso e per evitare ritardi è necessario presentarsi senza cellulari, senza oggetti elettronici, chiavette USB, ecc.

  • Associazione Trasgressione.net: interventi di prevenzione al bullismo nelle scuole medie superiori e inferiori, il teatro sul mito di Sisifo, convegni su i temi del gruppo, concerti della Trsg.band;
  • Cooperativa Trasgressione.net: consegne di frutta e verdura freschi a bar e ristoranti e a gruppi di consumatori associati, le bancarelle nei mercati rionali con gli stessi prodotti, il restauro di beni artistici, lavori di manutenzione e di piccola ristrutturazione.

Progettare e lavorare con chi ha commesso reati giova al bene collettivo e alla conoscenza dei percorsi devianti più della pena che il condannato sconta in carcere

La squadra anti-degrado

Gli occhi grandi color di foglia

Lunedì 26/11/18
Teatro De Sica, Peschiera Borromeo (MI)
Prenotazioni non obbligatorie, ma utili

La serata prende il nome da un verso di Via del campo, una delle prime e più note canzoni di De André. Una bambina e una puttana vivono entrambe in Via del Campo, tanto vicine l’una all’altra da far germogliare fiori, illusioni e speranze d’amore in chi va a trovarle. La prossimità fra l’una e l’altra c’è, ma per coglierla occorrono occhi grandi color di foglia, capaci di accettare parentele nascoste fra personaggi apparentemente incompatibili.

Scritta in collaborazione con Enzo Jannacci, Via del campo invita al dialogo con ciò che a una prima lettura sembra distante e privo di valore; la canzone è un’anticipazione del tema che rimarrà il filo conduttore di tutta la produzione poetica di De André: l’importanza della comunicazione con le proprie parti dimenticate o negate, cioè con quegli errori, fragilità, insicurezze o, come dice la canzone, con quel letame da cui possono nascere progetti e riconoscimento reciproco fra persone diverse. 

Juri Aparo dal 2005 incrocia le canzoni di De André con i temi e la ricerca del Gruppo della Trasgressione  che opera a Milano dentro e fuori dal carcere e di cui è il coordinatore.

Giancarlo Parisi, poli-strumentista, con i suoi flauti, sax e fiati etnici, ha partecipato a molti dei tour di Fabrizio de André ed è oggi leader di diverse iniziative collegate al mondo del cantautore di Genova.

Tonino Scala è un musicista eclettico e un compositore, conoscitore come pochi altri delle canzoni italiane dagli ’60 a oggi e in particolare della musica d’autore.

Nel corso della serata le canzoni di Fabrizio De André, arrangiate e interpretate dalla Trsg.band, vengono incrociate con i complessi percorsi dei componenti del Gruppo della Trasgressione, i quali, dopo anni di lavoro sui propri errori, partecipano oggi a progetti in favore del bene collettivo che in passato avevano offeso.

La fecondità dell’imperfezione

Un racconto fra parole e musica, fra arroganze dure a morire e fragilità negate, in compagnia di Juri Aparo, Tonino Scala e dei componenti del Gruppo della Trasgressione. Le canzoni e gli interventi della serata sono un invito a collaborare con i nostri progetti e le nostre attività già in corso:

  • Associazione Trasgressione.net: interventi di prevenzione al bullismo nelle scuole medie superiori e inferiori, il teatro sul mito di Sisifo, convegni su i temi del gruppo, concerti della Trsg.band;
  • Cooperativa Trasgressione.net: consegne di frutta e verdura freschi a bar e ristoranti e a gruppi di consumatori associati, le bancarelle nei mercati rionali con gli stessi prodotti, il restauro di beni artistici, lavori di manutenzione e di piccola ristrutturazione.

Progettare e lavorare con chi ha commesso reati
giova al bene collettivo e alla conoscenza dei percorsi devianti
più della pena che il condannato sconta in carcere

A tutte le persone che intendono partecipare chiediamo di contribuire al buon esito dell’iniziativa osservando le seguenti indicazioni:

  • Le richieste di prenotazione (obbligatoria) al concerto vanno inoltrate a associazione@trasgressione.net specificando chiaramente:
    Nome e Cognome, Luogo e Data di nascita e N° Carta d’identità;
  • Ingresso 10 euro.
  • Le prenotazioni possono essere inoltrate individualmente, ma per snellire il nostro lavoro chiediamo la cortesia, quando è possibile, di cumulare più richieste in un’unica mail.
  •  E’ indispensabile essere presenti all’ingresso entro le 19:30. Via Camporgnago 40, Milano. I parenti dei detenuti sono invitare a entrare alle 19:45.
  • Allo scopo di facilitare i controlli all’ingresso e per evitare ritardi è necessario presentarsi senza cellulari, senza oggetti elettronici, chiavette USB, ecc.

 

La squadra anti-degrado